Un po’ me lo aspettavo, un po’ speravo che il tempo avesse stemperato gli eccessi, era una pia illusione. Domenica scorsa, di buon mattino, ho condiviso sul mio profilo Twitter l’analisi di Giorgio Costa sui costi sanitari della pandemia pubblicata su Mondo Economico. Il paragrafo finale era dedicato al mondo NoVax e al costo aggiuntivo che la scelta scellerata di rifiutare il vaccino ha pesato e pesa ancora sulla collettività.
È risaputo che Twitter è diventato un social dai miasmi intensi, forse il peggiore in circolazione, ma non pensavo che quella condivisione avrebbe scatenato un pomeriggio di ordinaria follia sulla mia bacheca.
Linko qui, per chi avesse voglia e tempo, il lungo thread che ne è derivato. Fin da subito il post è stato preso d’assalto da un numero sempre crescente di utenti orgogliosamente e violentemente NoVax. Oddio, utenti… Per la maggior parte parliamo di profili con nickname stravaganti, non riconducibili a identità chiare.
Si va da NoToxNoVax a La Fattoria dei Sorci, da Dio Padreterno a Non sto zitta, da Kaiman50cc a Carmelo No Greenpass Speranzaingalera. Spesso i nickname, per non farsi mancar nulla, erano corredati da bandiere russe, foto profilo trumpiane, iconografie celtiche, teschi eccetera. Nonché l’armamentario verbale una logica conseguenza.
Oltre agli insulti personali di prammatica, si sono aggiunti gli evergreen anti vaccinisti: “è tutto un complotto di Big Pharma”, “le morti improvvise (e nascoste) di decine e decine di sportivi sono causate dal vaccino”, “il siero non protegge dal Covid e anzi causa il cancro”, "i media mainstream sono tutti asserviti ai poteri forti", “viviamo in una dittatura sanitaria", “siete dei nazisti in cerca di cavie umane”, “e allora quanto ci costano gli obesi e i drogati?”, “ma tu li conosci i postulati di Kock?", “informati!”.
Tra i pochi commenti riferibili segnalo questo: “I cambiamenti rivoluzionari sono sempre iniziati e portati avanti da minoranze marginali, la massa è sempre stata condotta suo malgrado. Avete fatto dell'ascienzah una religione, siete cavie di laboratorio che giustificano la propria pusillanimità con l'atto di fede dello schizzo. auguri di pronta guarigione a tutti voi.” Ecco, auguri.
Poi i soliti link a video e documentari fantasiosi, a studi farlocchi, a numeri senza fondamento, a citazioni strambe e senza fonti. Interessante (a suo modo) e misterioso l’hastag “rinuncio a satana” che compariva accanto ad alcuni inferociti commenti.
Confesso che per qualche ora mi sono fatto trascinare nel gorgo ed ho cercato di arginare l’onda rispondendo con pazienza, provando a non perdere la brocca. Pur consapevole dell’errore che stavo commettendo accettando l’agone, ho cullato l’idea che la ragione potesse, almeno in parte, fare breccia nel muro granitico di questa visione parallela e distorta della realtà.
Credevo che il “caso cinese” (pochi vaccinati, vaccino non troppo efficace, contagi a milioni, sistema sanitario in crisi, bare in fila di fronte ai crematori) avesse instillato il tarlo del dubbio. Figuriamoci, “Il caso Cina non esiste!” È stata la risposta. Una sorta di Caporetto del buon senso.
Per uscire dal gorgo, per riconciliarmi con il mondo, mi sono rivolto agli scaffali della libreria di casa cercando risposte. Le ho trovate in due libri: “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, nell’edizione della Sansoni che leggevo al liceo, e “La società della pseudoscienza. Orientarsi tra buone e cattive spiegazioni”, Il Mulino (2019), di Giuseppe Tipaldo, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi per l’Università di Torino.
La gallery delle idiozie
Nei capitoli che Manzoni dedica alla peste del Seicento c’era già scritto tutto, ma lo avevo in qualche modo rimosso: dal NoVax, al NoGreenPass fino al complottista estremo. La lezione che arriva fino a noi è chiara: i meccanismi di rincitrullimento dell’essere umano di fronte all’imponderabile che gli scompiglia l’esistenza, sono sempre gli stessi: negare l’evidenza e dare la colpa di quanto accade a qualcun altro, possibilmente a un complotto ordito da poteri occulti.
Il professor Tipaldo è ancora più crudele del Manzoni nella sua disamina perché mi ricorda che oggi, pur avendo noi la possibilità di ampliare il sapere a dismisura grazie al world wide web, facciamo spesso la fine del famoso rapinatore di banche di Pittsburgh che, nel 1995, era convinto di essere diventato invisibile dopo essersi spalmato sul volto del succo di limone, dando così vita al celeberrimo effetto Dunnig-Kruger.
La lotta è impari e Twitter uno strumento di comunicazione troppo precario, ma fino a quando avrò una libreria alla quale porre domande e trovare risposte, avrò speranze da coltivare.
Alla faccia di Lexotan21.
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