Non sta funzionando. Strano, chi lo avrebbe mai detto? Il Registro Pubblico delle Opposizioni, lo strumento, approntato dal Ministero dello Sviluppo Economico, che avrebbe dovuto difendere il cittadino-utente dalle telefonate dei call center che in ogni momento, da ogni dove, ti propongono di acquistare o sottoscrivere la qualunque, non funziona.
Se va bene, funziona a metà.
Il decreto, nella sua versione più recente e urgente - che si intitola "Regolamento recante disposizioni in materia di istituzione e funzionamento del registro pubblico dei contraenti che si oppongono all'utilizzo dei propri dati personali e del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali” - è entrato in vigore il 27 gennaio 2022.
A un anno dalla sua entrata in vigore possiamo fare due bilanci: uno personale e uno abbozzato dal Garante della Privacy. Partiamo dal primo: alzi la mano chi, dopo essersi iscritto al Registro (io sono tra quelli) non ha più ricevuto chiamate moleste (molesta, sia chiaro, è la chiamata e non certo l’operatore del call center che secondo Indeed guadagna circa 10,35 euro all’ora).
Spalle al muro?
Le mie sono continuate quasi con la stessa intensità. Qualche tempo fa abbozzavo, «Guardi che sono iscritto al Registro delle Opposizioni». Dall’altro capo del telefono arrivava un sospiro di umana comprensione, a volte anche di celata sorpresa, con un sottotesto tipo: «Ecco un altro che ci ha creduto». Ora non rispondo più a numeri sconosciuti.
Eppure Francesco Pannofino, il Renè Ferretti di Boris, la voce di Denzel Washington e George Clooney, nello spot iniziato a circolare in tv e sui social quattro mesi fa sembrava davvero convincente: «Difenderti dal telemarketing invasivo è un tuo diritto! Ora puoi impedire di essere chiamato anche sul cellulare. Iscriviti, non farti disturbare!».
Al regista di Boris, per deformazione professionale, credo a prescindere. Chiunque abbia conosciuto il mondo della fiction italiana, di Renè si fida come fosse un fratello.
Garanti poco garanti
Purtroppo le buone intenzioni vengono sgretolate dal Garante della Protezione dei Dati Personali (meglio noto come Garante della Privacy), autorità amministrativa indipendente voluta dal Governo Prodi Uno nel lontano 1996. Secondo il Codacons (che quando fornisce numeri, va detto, non è sempre affidabilissimo) il 55% degli iscritti al Registro continua ad essere subissato dal telemarketing.
Su Today.it, Agostino Ghiglia, parlamentare di lungo corso, eletto nel 2020 dal Parlamento come membro dell’Autorità Garante della Privacy, ha dichiarato laconico «Non sono dati che possiamo confermare (…) È vero che negli ultimi due mesi le segnalazioni al Garante sono aumentate in maniera esponenziale ma probabilmente ciò è dovuto più alla percezione degli utenti che, proprio ora che nutrivano maggiori aspettative, sentono maggiormente il fastidio e il senso di impotenza».
Ci consenta
Obiezione. Ex onorevole, mi consenta, io non nutrivo maggiori aspettative, mi aspettavo solo che il Registro rispettasse la sua ragione fondativa: salvare il mio numero di telefono dal telemarketing selvaggio. Tutto qui.
Prosegue Ghiglia: «Purtroppo le nuove disposizioni del registro non si applicano ai call center ubicati all’estero. In Italia si contano circa 1.400 aziende di call center in "outsourcing" per un fatturato annuo di 2,8 miliardi di euro. Considerati anche quelli interni alle aziende (telefonia, energia, banche.), il settore registra circa 120 mila occupati. Il fenomeno si è fortemente intensificato negli ultimi mesi».
Ci consenta ancora
Altra obiezione. Quando si scrive una norma, si dovrebbe prima osservare e poi interpretare la realtà che si va a normare, altrimenti la fregatura per il cittadino è certa. C’è dell’altro. Dice l’ex onorevole: «È possibile, inoltre, che le chiamate siano effettuate da call center abusivi che non rispettano l’obbligo di verifica presso l’Rpo. A questo punto occorre sporgere un reclamo al Garante tramite il nostro sito».
Riassumendo
Mi iscrivo al Registro, non funziona perchè, come da tradizione, «fatta la legge trovato l’inganno», per venirne forse a capo devo affidarmi ad un reclamo da inviare al Garante della Privacy con apposito modulo.
Ma davvero? Kafka è vivo e lotta insieme a noi.
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