Cari Giorgia Meloni, Enrico Letta, Giuseppe Conte, Matteo Salvini, Matteo Renzi.
Tra le molte letterine che mi sono arrivate in questo tempo di Natale non ho trovato le vostre, forse impegnati come siete a preparare le basi per nuove battaglie. Allora mi permetto io di scrivere a voi, anche perché, frequentando umili case e lussuosi attici, mi sono fatto un’idea di che cosa si aspetta la gente, i cittadini elettori, i tanti poveri e i pochi ricchi. Che cosa si aspettano da voi e quindi dalla politica.
Già, il punto centrale è proprio questo: che cosa è oggi la politica in questo Natale 2021?
La politica, quella che Aristotele definiva l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti, quella che Platone indicava come la virtù del comandare con temperanza, coraggio e sapienza, quella che Cicerone ammoniva doversi legare alla giustizia e al diritto naturale.
Certo non è tempo di filosofia, ma non sarebbe male ogni tanto richiamare il messaggio di Kant secondo cui la politica è il migliore strumento per un obiettivo etico di giustizia e di pace universale. Con qualche ambiziosa utopia nel far coincidere il bene comune con quello dello Stato.
Scusatemi sto divagando. Le letterine di Natale che mi arrivano sono brevi, sintetiche e non lasciano spazio ai compromessi.
E allora vado al cuore del problema. Per favore, nel Palazzo tornate alla politica.
Soprattutto in queste settimane che ci separano dall’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Lasciate da parte i compromessi, le trame, gli scambi di favori, gli ammiccamenti e i patti più o meno segreti.
Viviamo in una fase molto complessa: lo sapete molto bene, ma ancora di più lo sanno i cittadini. La pandemia, la crisi economica, le disuguaglianze, i problemi dei giovani, l’inverno della demografia sono tutti elementi che richiedono un’attenzione costante, interventi coraggiosi, una visione aperta e costruttiva.
Il settennato di Sergio Mattarella è stato per molti aspetti esemplare ed è indispensabile che colui a cui lascerà le chiavi del Quirinale possa ritrovare i tratti di fondo dell’autorevolezza, della sensibilità, della vicinanza al comune sentire.
La visione di Mattarella
Con il coraggio della visione come quando nel maggio del 2018 rifiutò l’indicazione di Paolo Savona come ministro dell’Economia nel Governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte, per le sue posizioni anti-euro. Così come il coraggio della visione c’è stato quest’anno quando convinse Mario Draghi a sospendere il suo doveroso riposo, dopo gli anni impegnativi alla guida della Banca centrale europea, per prendere in mano il Governo di un Paese che sembrava, per di più in un momento di emergenza, in balia dell’incompetenza e dell’improvvisazione.
Il coraggio della visione dovete a questo punto averlo anche voi, guidando i vostri gruppi parlamentari verso una scelta che sia espressione autorevole e condivisa dei valori di fondo di una democrazia costruita sulla partecipazione.
Non è compito di Babbo Natale fare nomi o indicare preferenze. Anche se mi posso augurare che si arrivi a scegliere non solo la persona migliore, ma anche che questo si realizzi con il metodo migliore, senza bisogno di votazioni a catena, di schede bianche, di franchi tiratori in agguato, di ardite esaltazioni e di burrascose ritirate.
Una elezione sana
Una sana elezione sarà la prima garanzia per la continuazione della stabilità e dell’efficienza del Governo, da chiunque sarà guidato. Perché riprodurrebbe quella dimensione unitaria che, soprattutto negli ultimi mesi, Mattarella e Draghi sono riusciti a dare. La scelta di una personalità chiaramente di parte aprirebbe invece le porte ad una nuova conflittualità che anche eventuali elezioni anticipate non riuscirebbero a dominare.
Il voto di fine gennaio sarà un’occasione per riaffermare la centralità del Parlamento come espressione concreta e dinamica della sovranità popolare. Un Parlamento unito attorno a un obiettivo, così come unita, generosa e solidale è stata la grande maggioranza dei cittadini nel rispettare le regole dell’emergenza, nell’aderire al piano di vaccinazioni e nel guidare, con il proprio lavoro o nel volontariato, la società alla crescita.
Per favore, un giorno all’anno date retta a Babbo Natale.
E credetemi: soprattutto in questa occasione l’interesse generale è anche il vostro interesse e quello dei partiti che pro tempore guidate. La Repubblica, partendo da Alcide de Gasperi e Luigi Einaudi, ha saputo esprimere grandi personalità.
Non rinunciate a indicare come nuovo inquilino del maestoso palazzo dei Papi la persona più autorevole, anche nella dimensione internazionale. Non sarà un nuovo problema, ma sarà parte della soluzione.
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