Con ogni probabilità, sarà dunque John McCain a sfidare il candidato democratico alla Casa Bianca. McCain pare la personificazione del repubblicano medio, e ha 72 anni suonati. In un momento in cui la parola d'ordine pare essere ‘change,' cambiamento, la scelta non sembra azzeccata. Ma nessuno dei candidati più giovani ha saputo emergere. Chiunque sarà il candidato democratico, troverà in McCain un oppositore leale e perbene.
Ma questa volta l'età non giocherà a vantaggio dei repubblicani come fu per Ronald Reagan, che all'accusa di essere troppo vecchio per candidarsi alla presidenza rispose che almeno non lo si poteva accusare d'inesperienza. Se ad opporsi a McCain sarà Hillary Clinton, McCain sarà particolarmente vulnerabile perché a quel punto potrebbe scattare la solidarietà femminile, un fattore che scavalca quello generazionale. Se a vincere la nomination democratica andrà invece Barack Obama, assisteremo ad una disputa generazionale dagli effetti imprevedibili, soprattutto perché i pensionati votano in massa e i giovani no. Forse è per questo che il New York Times, da sempre una testata liberal, ha dato il suo appoggio alla Clinton e a McCain. Se fosse questa la coppia di sfidanti, la vittoria democratica sarebbe più facile.