I 39 punti
Che la seconda lettera sia dettata dalla scarsa fiducia circa l'efficacia delle azioni che il governo italiano stava portando avanti è evidente fin dall'inizio, per almeno due motivi.
Il primo è che viene richiesta, per ciascun punto di attenzione, una precisa indicazione dello stato di avanzamento raggiunto (approvato dal Parlamento, approvato dal governo, in via di definizione, ecc...). Il secondo è che a fronte dell'assicurazione del nostro governo (due volte nella sola prima pagina) del raggiungimento nel 2013 del pareggio di bilancio, la lettera del Commissario europeo dice chiaramente le sole azioni prospettate non sono sufficienti e che servono altri sforzi.
Seguono i famosi 39 punti, ricollegabili in qualche modo ai macro-argomenti trattati nelle precedenti due missive, con la richiesta di fornire indicazioni più dettagliate.
Viene, in primis, affrontato il tema delle finanze pubbliche. Si richiede una riduzione della spesa pubblica, un piano riguardante le dismissioni triennali proposte dal governo, un piano di riduzione del debito pubblico, un'accelerazione sulla riforma delle pensioni (di anzianità), l'introduzione del vincolo di pareggio in bilancio nella Costituzione (vengono addirittura forniti alcuni suggerimenti quasi "sottobanco"); infine, è caldeggiato lo spostamento del carico fiscale dal lavoro ai consumi e al reddito immobiliare.
Successivamente, si affrontano quegli interventi necessari per creare condizioni più favorevoli alla crescita, riassumendo i punti cruciali riguardanti i due altri macro-argomenti già contenuti nella missiva di agosto: gli interventi per la crescita in sé e gli interventi volti a migliorare le performance della pubblica amministrazione.
Il livello di dettaglio delle richieste è piuttosto "spinto". Vengono chiesti chiarimenti su come si intendano utilizzare meglio i fondi strutturali europei, su come verrà riformato il comparto scuola/università per favorire la crescita del capitale umano, su quali interventi verranno attuati per la riforma del mercato del lavoro e per assicurare un adeguato livello di flessibilità. Si procede con le misure per la competitività (liberalizzazione delle professioni e dei servizi pubblici locali in primis) e le misure per favorire l'innovazione e l'imprenditoria. Si chiude con la questione pubblica amministrazione, con richieste di chiarimenti sulle misure per modernizzarla, sugli interventi per accelerare la giustizia civile e sulle riforme costituzionali in cantiere.
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