Un programma perfetto (ma di difficile attuazione)

I punti evidenziati dalle missive della UE costituiscono un programma di lavoro ottimale. Non a caso quasi tutti sono entrati a far parte del programma del nuovo governo Monti, chiamato a rimettere l'Italia su un sentiero di crescita.
Abbiamo già evidenziato su Agenda Liberale quanto la mancata crescita sia il problema fondamentale dell'Italia da almeno venti anni. E come la pubblica amministrazione sia carente e vada riformata. Entrambi i nodi sono difficili da affrontare.


I provvedimenti per la crescita sono, in gran parte, a costo zero. Liberalizzazioni delle professioni, dismissioni, messa sul mercato dei servizi pubblici locali... Sono però provvedimenti che incontrano da sempre grosse resistenze. Le liberalizzazioni sono ovviamente osteggiate da parte delle categorie professionali che perderebbero una rendita di posizione; dismissioni e liberalizzazioni dei servizi pubblici locali sono osteggiati dalla classe politica che perderebbe l'influenza su una parte del sistema economico che in Italia rimane decisamente grande.


Da questo punto di vista un governo tecnico, che non cerchi una ricandidatura e autorevole (come quello di Monti) può essere favorito nell'implementazione di misure di rilievo. Inoltre, il fatto di agire in una condizione di emergenza facilita sensibilmente il compito. Tuttavia, per quanto un governo sia composto di tecnici, necessiterà sempre di una maggioranza politica che ne appoggi l'iniziativa. La political economy ci insegna che è più facile implementare riforme all'inizio del mandato elettorale, in modo che i risultati siano visibili prima delle elezioni successive e in modo da non dover prendere provvedimenti impopolari in prossimità del voto.


I provvedimenti per l'efficienza della pubblica amministrazione hanno invece il problema di dare frutti solo nel medio-lungo termine. Possono però anche apportare benefici immediati nel momento in cui i mercati percepiscono che qualche riforma che avrà effetti positivi futuri sta per essere implementata. In questo caso, la credibilità e la capacità di chi propone le misure conta molto, e il governo di tecnici potrebbe essere avvantaggiato. Tuttavia, data la complessità di interventi di questo tipo, rimane l'incognita del tempo. Quanto ne avrà a disposizione il nuovo governo?