Grillo è riuscito a fare quello che oggi fanno i movimenti di protesta di tutto il mondo, unire la piazza virtuale alla piazza reale. E come tutti i movimenti di protesta di questo mondo, Grillo mira a spezzare i legami di rete che costituiscono la base del vecchio potere: istituzioni, imprese, sindacati, grandi media, ecc. Come spiegare allora che, malgrado tutto questo, Bersani dica di voler fare un accordo con Grillo, e solo con Grillo? Non è che il Pd vuole tornare ad essere, come un tempo il Pci, un partito "di lotta e di governo"?

 

Mettiamo caso che il MoVimento 5 Stelle abbia davvero intenzione, come peraltro dice apertamente, di non voler votare la fiducia ad un governo Bersani. Chiedere insistentemente il voto a Grillo, e solo a Grillo, equivale a chiedere il pre-incarico a Napolitano con l'idea di fare altro una volta incassato il "no" di Grillo.

L'insistenza sulla necessità che Grillo dica "no" in Parlamento ha per il Pd lo scopo di avere il via libera in vista di un governo a guida Pd che cerchi con il Pdl e con Monti una maggioranza. In questo modo – mostrando una grande iniziativa – si riuscirebbe a nascondere (ma solo agli occhi del Pd) la sconfitta alle elezioni (anzi la "non vittoria").

Questa scelta però non sembra piacere a Napolitano, che vuole dare l'incarico solo a chi gli prospetta maggioranze reali.

Il programma che il Pd ha deciso di presentare per il pre-incarico è una miscela di (a) minor austerità da realizzarsi con maggiori investimenti pubblici, (b) miglior protezione sociale, (c) tagli ai costi della politica, (d) energia verde, (e) matrimonio fra membri dello stesso sesso. Tutti punti che possono incontrare il favore dei parlamentari 5 Stelle.

La premessa di questo programma è che "l'aggiustamento di debito e deficit sono obiettivi di medio termine, poiché l'immediata emergenza sta nell'economia reale e nell'occupazione". Si tratta quindi di un capovolgimento rispetto al governo di Monti, che il Pd ha appoggiato fino all'ultimo. Quel governo vedeva nell'aggiustamento dei conti pubblici la premessa necessaria (anche se non sufficiente, perché andava accompagnata dalla riforma del mercato del lavoro) per il rilancio dell'Italia.

Insomma, dopo tanto patire, la sinistra italiana è tornata alle radici: molto Stato e poco Mercato. Anzi, non avendo la maggioranza, ecco che si ha molto Stato poco Mercato e moltissimo Grillo.

Sarà dunque motivo di curiosità vedere come cambieranno il programma, una volta si dovesse davvero passare a un governo di coalizione con Berlusconi e Monti.