I risultati tardano, ma arriveranno, ha detto François Hollande alla conferenza stampa “programmatica” tenuta dopo che il suo governo, guidato dal premier Manuel Valls, ha ottenuto la fiducia (risicata) all’Assemblea nazionale (1). Il tempo per aspettarli, i risultati, pare terminato già da mesi (da anni?), e alle promesse del presidente francese i suoi elettori non credono più, soprattutto ora che Valérie, ex first lady di Francia, ha consumato la sua vendetta: Hollande mente a voi come ha mentito a me.

Lei cercava di riparare all’ingiustizia personale – le corna con un’attrice – ma a un presidente fai male non se gli tiri dietro le scarpe (cosa che Valérie ha fatto) o se minacci di suicidarti (Valérie ha preso le pillole davanti a lui), ma se lo fai sembrare l’uomo mediocre che è. Ed ecco fatto, il presidente è sceso ancor più nel consenso, tirandosi dietro buona parte del governo, soprattutto il premier Valls che paga il conto presidenziale, togliendo un’altra chance alla possibilità di fare credibili riforme.

Lo scontro ideologico dentro al Partito socialista è tutt’altro che sanato. Con la fine del primo governo Valls la frattura si è acuita e, come capita talvolta in Francia, la politica s’è mischiata con gli affari sentimentali.

Tra i “frondeur”, quelli che s’oppongono alle liberalizzazioni e ai tagli alle tasse che Valls cerca faticosamente di introdurre, spicca il nome di Arnaud Montebourg, ex ministro dell’Economia che si è fatto cacciare dal governo un mese fa mostrando tutta la sua disistima nei confronti dei “liberali” (in un libro che sarebbe uscito di lì a poco Montebourg confessa all’investitore le stesse cose che ha scritto Valérie, Hollande mente, l’ha sempre fatto, lo farà sempre: cercava la rissa, il ministro).

Al posto di Montebourg è arrivato Emmanuel Macron, l’ultra liberale ex banchiere trentaseienne che vorrebbe pure mettere mano alle 35 ore (è stato smentito più e più volte). Allora Hollande vuole davvero la svolta liberale? Le pedine sono posizionate nei ministeri, ma la Francia, si sa, sta andando in un’altra direzione, più isolazionista e più statalista (vedi il successo del Front National).

Ed ecco che la fronda acquista visibilità, gli ammiccamenti di Montebourg al Front de la gauche, la sinistra radicale, non sfuggono a nessuno, nello scontro di idee è facile che in questo momento prevalga il personaggio con più personalità, e tra l’ex ministro e il presidente non c’è gara. Così nasce una nuova sinistra, che non segue l’austerità (con Valls che attacca la Germania per l’austerità, per dire quanto sono diverse le percezioni degli elettori nazionali e di quelli europei), ma più la solidarietà e le tasse: Montebourg conquista la copertina de Les inrocks assieme all’altra star neokeynesiana di Francia, quel Thomas Piketty che ha fatto discutere il mondo con il suo libro “Il Capitale nel XX secolo” (2).

I due sono molto critici verso Hollande e Valls e immaginano una sinistra che pensi più a spendere che a tagliare, soprattutto in Francia. Cioè la sinistra anti Valls. E poiché non c’è nulla di più affascinante di una causa che si trasforma in storia d’amore ecco che, a pochi giorni di distanza, spunta il triangolo: Montebourg è fidanzato con Aurélie Filippetti, ex ministra della Cultura uscita dal governo nel rimpasto di agosto non senza aver avuto problemi con il presidente. Sono la coppia della nuova sinistra, Arnaud e Aurélie, e il fatto che Filippetti fosse stata la fidanzata di Piketty in passato contribuisce soltanto a rendere il progetto ancor più romantico, sempre che si faccia finta di non ricordare che la loro storia d’amore è finita perché lui, la rockstar dell’economia francese Piketty, ha menato la dolce Aurélie.

 

(1) http://abonnes.lemonde.fr/les-decodeurs/live/2014/09/18/la-conference-de-presse-de-francois-hollande-en-direct_4490015_4355770.html

(2) http://www.lesinrocks.com/2014/09/09/actualite/piketty-montebourg-11523260/