Una premessa (1). Se uno prende la migliore delle previsioni, nel 2010 si ha la fine della recessione. Prendere la migliore delle previsioni, e non la peggiore, e neppure quella media, è una scelta soggettiva. Uno alla fine scommette – il termine non è esagerato - sulla previsione (2). Non si ha, infatti, modo di sapere, alla linea di partenza, quale sarà la migliore delle previsioni. Non è un caso che, quando si ha grande incertezza sul futuro ed i prezzi salgono lo stesso, in gergo finanziario si affermi che sta tornando l”appetito per il rischio”.
”Appetito per il rischio” è espressione buffa, nessuno, infatti, mangia il rischio, ma rende bene il desiderio di scommettere. Il Credit Suisse ha costruito - da anni - un indice del rischio che si chiama “Global Risk Appetite Index”. Esso è sia relativo alla sola borsa – la linea rossa - sia alle attività finanziarie nel complesso – la linea blu. La linea blu misura oltre alle azioni, le obbligazioni del tesoro, quelle private di alta qualità, di bassa qualità, ecc, rispetto alla loro dinamica “normale”.
Ecco il grafico:
http://www.centroeinaudi.it/images/lettera_economica/csgrai.jpg
Quando l’appetito per il rischio è eccessivo, esso scende, ossia i prezzi cadono. Quando, invece, è compresso, esso sale, ossia i prezzi salgono. Tutto qui. La parte difficile è ovviamente la costruzione dell’indice. Come si vede dal grafico, esso ha una buona capacità predittiva. Le azioni sono oggi quasi nell’area dell’”euforia”, mentre le attività finanziarie nel complesso sono in nell’area di alto appetito per il rischio, ma non ancora di “euforia”.
(1) http://www.centroeinaudi.it/ricerche/i-moventi-dei-compratori.html
(2) Sull’importanza della “scommessa” il libro da leggere è, secondo noi: Reuven Brenner, Gabrielle Brenner, Aaron Brown - A World of Chance - Beating on Religion, Games, Wall Street. Cambridge.
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