Per Reuters la missione di David Cameron a Bruxelles, per il vertice sulla definizione del budget europeo dei prossimi sette anni, è “impossibile” (1), espressione abusata ma quanto mai calzante. Il premier inglese è deciso a stipulare un accordo favorevole per Londra, altrimenti ci sarà un altro no agli europei: non può permettersi di perdere soldi, visto che già ce ne sono pochi, e soprattutto non può permettersi di scontentare i molti membri del suo partito, i Tory, che vogliono una dimostrazione chiara di euroscetticismo. Bruxelles si prepara alla guerra (2), appronta piani B senza Londra, continua a ripetere che non conviene al Regno Unito starsene fuori dall’Unione europea, l’Unione europea può vivere tranquillamente senza Inghilterra.
Chi vincerà? Probabilmente nessuno. Per tutto il 2013 si continuerà a negoziare, mentre dal 2014 il bilancio sarà quello del 2013, più l’inflazione. Con tutta probabilità il Regno Unito dovrà metterci più soldi, rendendo pressoché inutile, dal punto di vista strettamente economico, la manovra di Londra. Ma ci sono punteggi politici da segnare e Cameron, indebolito da una ribellione interna al suo partito che non è più definibile minoritaria e dal sempiterno scandalo del gruppo Murdoch (3), non può non segnarne uno a Bruxelles: è tra i più facili, tra l’altro, perché i continentali se l’aspettano.
Spicca soltanto l’opposizione dei polacchi che, per voce del loro solidissimo ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski (4), sostengono di non voler un congelamento dei fondi sulla coesione e anzi dicono agli inglesi che uno scontro frontale sul budget potrebbe mettere a rischio la loro amicizia. Il soave Peter Mandelson, laburista ed ex commissario europeo, dice (5) che Cameron non ha spazi di manovra, glissa sul fatto che anche il suo Labour ammicca all’euroscetticismo con sempre maggior spregiudicatezza e lascia intendere di essere simile al premier: eurofilo con riserve.
Ma questa tipologia di inglese – e di europeo – non si porta più, nemmeno nell’austera Germania che ora, immolata al rigore ma pure alla solidarietà intracomunitaria, vuole arrivare veloce a una maggiore unione, federalista e politica. Alla faccia della Francia, alle prese con la verità del suo stato finanziario (pessimo), e degli stessi inglesi, naturalmente. Che sono pure un po’ indignati: tanto clamore per tener dentro la Grecia a qualsiasi costo, e poi nessuno vuole più morire per Londra.
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http://www.reuters.com/article/2012/11/20/us-eu-budget-britain-idUSBRE8AJ0WD20121120
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http://www.guardian.co.uk/media/2012/nov/20/rebekah-brooks-andy-coulson-charged
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http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/nov/18/eu-value-for-money-veto-backfire
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http://www.ft.com/intl/cms/s/0/04447742-275c-11e2-9863-00144feabdc0.html#ixzz2CfjgLvDy
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