La settimana del maggiore indice americano, S&P500, è stata caratterizzata da una improvvisa disaffezione verso i titoli tecnologici che tanto hanno contribuito alla crescita delle quotazioni azionarie nella prima parte dell’anno. Non si parla di bruscolini ma delle prime cinque società della Borsa americana.
Il modo di definire questo fondamentale gruppetto di società passa attraverso l’acronimo FAAMG (ovviamente è possibile che esista già un prodotto passivo che replichi la perfomance delle FAAMG….). Di chi si parla: Facebook, Apple, Amazon, Microsoft e Google. Qualcuno sostituisce la M (Microsoft) con la N (Netflix), anche per sembrare un po’ spiritosi, ma preferiamo la M perché molto più grande e storica della N.
Scorrendo i numerosi e a volte affannati commenti sull’episodio abbiamo faticato a trovare una spiegazione convinta e convincente. Alcuni parlano di fenomeno addirittura inspiegabile. Forse è meglio così. Sempre scorrendo le pagine finanziarie ci siamo imbattuti in un grafico che mostra il rilevante deflusso dei prodotti passivi investiti in società tecnologiche americane. Appare sotto questa luce comprensibile la riduzione dell’esposizione verso i FAAMG e le società tecnologiche americane dato l’ottimo rendimento offerto da inizio anno.
Qui l’analisi si inceppa. Che fare? Approfondire o ritenersi soddisfatti dalla semplice evidenza? Goldman Sachs ci aiuta a schematizzare il fenomeno ma senza offrire elementi nuovi o suggerimenti sulle ragioni di questa situazione. Come noto il contributo delle FAAMG è stato molto importante nella prima parte del 2017, rappresentando oltre il 40% della perfomance del S$P500 e ed oltre il 50% nel caso dell’indice tecnologico Nasdaq 100.
L’unico contributo che possiamo dare è, a questo punto, un fotografia delle nostre cinque FAAMG che le confronti con i due indici S&P500 e Nasdaq 100 utilizzando quattro indicatori: Prezzo/Patrimonio Netto (P/BV), Utili/Patrimonio Netto (ROE), Prezzo/Utili (PE) e Crescita Attesa degli Utili (LTG). Si può notare come il gruppo FAAMG abbia valori più alti per tutte e quattro le variabili, sia rispetto all’indice specifico, il Nasdaq 100, che rispetto all’indice generale, lo S&P500.
Associando il P/BV al ROE si nota che ad elevati livelli di P/BV si associano livelli maggiori di ritorno del capitale. Così come ad elevati livelli di P/E si associano altrettanto elevati valori di crescita prospettica degli utili. L’anomalia più evidente è il livello molto elevato di P/E e di P/BV di Amazon che non sembrano sufficientemente appoggiati dai rispettivi valori di ROE e di LTG. A questo punto l’approfondimento appare persino eccessivo, anche perché non è detto siano questi gli elementi alla base dei flussi di vendite del gruppo FAAMG che si sono registrati nella settimana passata e che potrebbero nuovamente succedere.
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