Possiamo misurare la propensione degli investitori privati – quelli che amano davvero il rischio – a investire in borsa? Non la propensione degli investitori privati con una bassa propensione al rischio, quelli che sottoscrivono i fondi comuni. I primi entrano nel mercato – con il credito – fin dall’inizio, mentre i secondi entrano – investendo i propri risparmi – quando le cose sono ormai avviate.

 


I primi sono dominati dagli animal spirits, sorta di misterioso movente che fa correre grandi rischi (1). Costoro solitamente investono con il denaro preso a prestito dagli agenti di cambio o dalle banche, utilizzando i titoli che posseggono come margine di garanzia (2). Se nel «rally» in corso gli acquisti a debito sono aumentati, allora abbiamo un argomento a favore di chi vede la «fine del tunnel». Nei cicli di borsa precedenti gli acquisti a debito hanno, infatti, accompagnato l’ascesa delle azioni fin dall’inizio (3). Gli acquisti a debito sono stati un eccellente sensore della fine delle crisi.

 

I titoli comprati a debito sono aumentati dell’8,6% dai minimi di marzo. È un «buon» numero o un numero «modesto»? Raccogliamo i dati sui «rally». Confrontiamo la variazione degli acquisti a debito dal minimo fino a quando i prezzi sono saliti del 40% (4). Gli acquisti di questi mesi sono – su base comparata – una cosa modesta.

Nel 1974-1975 la crescita dei titoli comprati a debito è stata del 20%.

Nel 1982-1983 la crescita dei titoli comprati a debito è stata del 30%.

Nel 1991-1992 la crescita dei titoli comprati a debito è stata del 40%.

Nel 2003-2004 la crescita dei titoli comprati a debito è stata del 50%.


Oggigiorno, agli estremi dello spettro degli investitori – dai meno spavaldi, come i fondi pensione (4), agli spavaldi che sono quelli che comprano a debito – troviamo gente «scettica». Naturalmente, questi investitori potrebbero anche «pentirsi» e iniziare a comprare fino a prosciugare i titoli comprati da chi ha scommesso sulla ripresa e non vede l’ora di distribuire i frutti del raccolto. Per ora non si hanno segni.

 


(1) Secondo Keynes, «animal spirits are a particular sort of confidence, “naive optimism”. He meant this in the sense that, for entrepreneurs in particular, “the thought of ultimate loss which often overtakes pioneers, as experience undoubtedly tells us and them, is put aside as a healthy man puts aside the expectation of death”».


(2) http://www.investopedia.com/terms/m/margin_debt.asp

(3) http://www.zerohedge.com/article/guest-post-spirits-are-about-speak-are-they-friendly

(4) http://www.centroeinaudi.it/commenti/l-industria-finanziaria-le-banche-centrali-i-fondi-pensione.html