La precedente analisi sull’evoluzione storica delle attivita’ transfrontaliere delle banche, prima e dopo la Grande Crisi Finanziaria (GCF), ha considerato l’insieme delle banche censite dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS), evidenziando quello che puo’ essere definito il processo di ri-localizzazione del settore bancario globale.
Il fenomeno è rilevante perché ha rappresentato una tendenza contraria a quanto accaduto nella fase di iper-globalizzazione avviata negli anni ’90 a seguito della caduta del muro di Berlino. Proprio per la particolare direzione di riflusso del processo di globalizzazione da parte delle banche a seguito della GCF diventa significativo aumentare il livello di dettaglio nell'analisi di questo processo per verificare le caratteristiche del fenomeno.
Nel marzo 2008 il settore bancario mondiale raggiunse il massimo livello assoluto di finanziamenti fuori dai confini domestici, oltre 35 mila miliardi di dollari. Nel marzo 2018 il valore, circa 30 mila miliardi di dollari, e’ inferiore rispetto al dato di dieci anni prima, ma segnala un miglioramento rispetto ai minimi post GCF.
E’ interessante notare come le banche della zona euro abbiamo contribuito in maniera determinate alla vertiginosa ascesa e, allo stesso tempo, abbiano subito il calo piu’ marcato in termini assoluti, passando da un picco di 13 mila miliardi di dollari agli attuali 8 mila miliardi. Un crollo di tale dimensione della presenza internazionale delle banche dell’eurozona si spiega anche dal dato di partenza particolarmente elevato se confrontato con il resto dei paesi sviluppati e delle zone offshore (Cayman, Hong Kong, Singapore e altri minori).
Il fenomeno di espansione delle attivita’ non domestiche post 1990 ha investito le banche della zona euro in misura assolutamente eccezionale e mai sperimentata in precedenza, staccando nettamente ogni altro soggetto bancario di altre aree valutarie e geografiche. Prima del 1990 la dimensione internazionale delle banche della zona euro era simile ad altri sistemi bancari. Il dettaglio fornito dalla BIS permette di comprendere come le banche dell’eurozona siano state colpite dalla GCF in misura maggiore di altri paesi nonostante l’origine della crisi sia stata altrove: Regno Unito nell’estate del 2007 con il fallimento di Northern Rock, e USA nel settembre del 2008 con il fallimento di Lehman Brothers.
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