Le cose, a esagerarle, si capiscono meglio. Si immagini la FABP, la Fabbrica Automobili Bel Paese, che in cambio degli aiuti del governo si mette a produrre automobili ecologiche.

Già, ma quale governo? Uno sotto la pressione di due gruppi: il sindacato, che è un gruppo organizzato e un gran finanziatore del partito di governo, e i «verdi», che pesano molto come gruppo di opinione. La FABP e non l’IP, l’Istituto statale per la Previdenza, tra le altre cose, deve pagare la pensione ai dipendenti. I quali guadagnano molto di più, non come salario diretto, ma come salario diretto e indiretto, ossia il salario con l’aggiunta della pensione e della sanità, di quelli che lavorano per la Nihon, che ha gli stabilimenti nelle aree depresse del Bel Paese.
 
Il capo del governo, che chiamiamo Benedetto (Barack viene da Baruch, come si è premurato di spiegare il neopresidente durante la campagna elettorale), che deve fare? Se lascia fallire la FABP va contro un gruppo che lo sostiene, il sindacato, se invece non la lascia fallire chiede in cambio che almeno si sostengano con i prodotti i desiderata dell’altro gruppo di pressione, i «verdi».
 
Si hanno tre correnti di pensiero, ognuno scelga la propria.
 
• Ma come, il capo del governo che impone a un settore di produrre quello che vogliono gli elettori organizzati di un partito! I soldi del contribuente tengono in vita il salario indiretto dei produttori, i quali producono un mezzo di locomozione «politicamente corretto». L’accusa a Benedetto è quella di essere un acrobata fra i gruppi di pressione. Nella versione estrema, l’accusa è quella di costruire uno stato corporativo (1).
 
• Un’altra corrente di pensiero, «intermedia» o «sobria», sostiene che così si mette in discussione la rigidità salariale, e quindi che si tratta di una mossa nella direzione non del dirigismo, ma della concorrenza. Alla fine i sindacati, in cambio del salvataggio, devono fare delle concessioni. Si riconosce quindi a Benedetto di saper decidere, perché alla fine mette le cose in movimento.
 
• Un’ultima corrente di pensiero sostiene che Benedetto non può spingere un settore verso il motore ibrido, quando non si sa veramente se davvero esista il global warming. L’accusa a Benedetto è quella di essere guidato dall’ideologia (2).