Si sono avuti in Germania dei segni di ripresa. Inoltre, la disoccupazione resta ferma, nonostante la forte contrazione dell’economia nell’ultimo anno. L’ennesima prova della forza dell’economia teutonica, oppure sono in gioco fattori contingenti?


I segni di rimbalzo dell'economia sono in parte il frutto della ripresa delle vendite di automobili, ripresa che si è avuta grazie al finanziamento pubblico per una parte dell’acquisto di automobili nuove, se scambiate con quelle vecchie. In questo caso, se uno compra un’auto nuova dando in cambio un’auto vecchia, ha semplicemente anticipato un acquisto che avrebbe fatto in futuro. Insomma, le auto vendute oggi sono le auto che non saranno vendute domani. Che le cose possano andare in questo modo è il sospetto che nasce seguendo le vicende di Toyota. La quale ha una capacità produttiva di 10 milioni di veicoli, ne aveva venduti 9,5 milioni prima della crisi e conta di venderne meno di 7 quest’anno, nonostante gli aiuti pubblici per scambiare auto nuove con quelle vecchie varati in Giappone e negli Stati Uniti. Pare che Toyota voglia tagliare la propria capacità produttiva a 9 milioni di auto a partire da quest’anno (1); dunque pensa di vendere molte meno auto per parecchi anni ancora, altrimenti si terrebbe gli impianti così come sono.
 
In Germania si sospetta che la tenuta dell’occupazione sia dovuta a un tacito accordo per aiutare i democristiani (Cdu-Csu) a vincere prima le elezioni di questo fine settembre e poi a formare una coalizione con i liberali (Fdp). «“Germany is currently protected from change. But after the elections it’s normal that the messages will change,” Hakan Samuelsson, chief executive of Man, the German truck and engineering group, told the Financial Times. The situation conjures up memories of the 2005 federal elections, where – just like this time – job security played a dominant role. One day after those elections, Siemens, Europe’s largest engineering group, cut thousands of jobs» (2). (A meno che in futuro non passi la proposta di contributo statale alle imprese che non licenziano. Contributo volto a coprire una parte del costo del lavoro. Contributo che per le imprese ha senso se pensano che la ripresa sia «dietro l’angolo»).
 
Se le cose andassero nel modo delineato, durante l’autunno registreremmo in Germania sia una minor propulsione, dovuta all’esaurirsi dell’effetto positivo delle automobili vendute con gli incentivi, sia dei dati preoccupanti relativi alla disoccupazione. Naturalmente, solo dopo le elezioni saranno portati al pettine i contorti nodi dei sistema bancario tedesco (3).
 
(1) http://www.marketwatch.com/story/toyota-to-cut-global-plant-capacity-by-10-report-2009-08-25

(2) http://www.ft.com/cms/s/0/0beb772a-900b-11de-bc59-00144feabdc0.html

(3) http://www.ft.com/cms/s/0/0a2a1be2-8275-11de-8cc2-00144feabdc0.html
 

Nota aggiunta: una volta si chiamava "disinformacija"

Oggi i mercati azionari hanno reagito positivamente per qualche tempo alla notizia della maggior "fiducia dei consumatori". Questa si estrinseca in un indice che viene pubblicato regolarmente. I titoli delle agenzie di stampa e dei giornali registrano il miglioramento della fiducia. Sembra un fatto "oggettivo". L'indice è però composto da molte voci. L'unica in miglioramento è quella delle aspettative che non sono specificate, ma si può sospettare che esse siano figlie dell'ascesa di borsa, meglio di come essa rimbalza "gioiosa" sui giornali e nei programmi televisivi. Tutte le altre voci, quelle specifiche, non mostrano un miglioramento. Se sembra incredibile, si osservino gli istogrammi:

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