La Spagna ha dichiarato che i 40 miliardi di euro necessari per la ricapitalizzazione delle proprie banche “mal messe” non avrebbe il supporto necessario del mercato finanziario, per cui sarebbe il caso di ricevere un aiuto dal fondo “salva stati”. La crisi spagnola non è cosa da poco e la crisi delle banche europee nemmeno. Da tempo il mercato delle azioni bancarie sta cadendo, ed è giunto a un livello (inferiore) dove si scontano degli utili più bassi con un premio per il rischio maggiore. A questo punto – si noti che la situazione si è aggravata – si aspetta la reazione dell'autorità fiscale e monetaria.
Se si intuisce che si avrà un intervento, ecco che si riduce il premio per il rischio e il mercato sale. In particolare, chi ha venduto allo scoperto (si è fatto prestare i titoli che ha venduto contando di ricomprarli a un prezzo inferiore prima di renderli) compra, temendo che non si avrà più una flessione significativa. E il mercato sale ancora più più velocemente. Oggi, come mostra la parte inferiore del grafico, si è avuta la maggior variazione del prezzo delle azioni bancarie degli ultimi mesi.
Questo vuol dire che la crisi è finita? No, a meno che vi siano delle azioni coerenti con un disegno di intervento complessivo, come può essere una maggior integrazione fra le banche europee.
Si discute, infatti, di governare le banche europee tutte insieme. In che cosa consiste l'Unione delle Banche Europee, l'UBE? A) Un organismo centrale che le controlli, B) una garanzia in comune dei depositi, C) un fondo di ricapitalizzazione e assicurazione. Se si facessero le succitate tre cose e se queste ultime funzionassero, avremmo fatto un notevole passo in avanti.
A far parte della nuove governance dovrebbero esserci le banche spagnole e tedesche molto mal messe – soprattutto le Casse di risparmio (Cajas de Ahorros, Landesbanken). Altrimenti sarebbe fuori radar la parte peggio messa del settore. La garanzia comune dei depositi evita la fuga dalle banche “mal messe” a quelle “ben messe”, e, soprattutto, evita la fuga dai paesi “mal messi” a quelli “ben messi”. Infine, un fondo di ricapitalizzazione e assicurazione cospicuo finanziato con delle obbligazioni emesse in solido (una sorta di eurobond con uno scopo precisato) darebbe la sicurezza necessaria che la crisi sarà sotto controllo.
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