La produzione industriale aumenta. Ecco che alcuni pensano che il peggio sia passato. Altri, invece, pensano che non sia vero che il peggio è passato, perché la ripresa della produzione potrebbe essere, modestamente, solo la figlia del «ciclo delle scorte». Alcune importanti imprese – come SKF (1) e Texas Instruments (2) – sospettano che ci si possa trovare in mezzo al «ciclo delle scorte».
Si immagini (3) di essere un’impresa che produce e vende 100 cappotti al mese, e desideri scorte per un mese: si avrà una produzione di 1.200 cappotti l’anno e un magazzino di 100 cappotti.
A gennaio l’impresa vende solo 90 cappotti. Si trova con un magazzino di 110 cappotti. La riduzione delle vendite a 90 capi è frutto di una caduta permanente della domanda, perché le famiglie spendono meno, perché sono indebitate e debbono rendere i crediti ricevuti. L’impresa vuole allora – di fronte alla riduzione permanente della domanda – produrre solo 90 cappotti al mese e avere un magazzino di 90 cappotti.
L’impresa deve quindi portare il magazzino di 110 cappotti a 90. La produzione di febbrario deve scendere da 100 a 70 cappotti, in modo da svuotare il magazzino di 20 capi, mentre organizza la produzione di 90 cappotti, ossia 10 in meno. Dunque la produzione cade del 30%. Poi – portato il magazzino a 90 cappotti – l’impresa a marzo torna a produrre 90 cappotti dai 70 di febbraio. La crescita della produzione è del 28% circa. Tutti a dire che la crisi è finita! Green shoots!
Non è detto. Forse abbiamo avuto solo un rimbalzo all’interno di una riduzione permanente della produzione. Ecco il dubbio di SKF e Texas Instruments. La caduta delle vendite l’avevano sperimentata, quando le imprese di cui sono fornitrici avevano ridotto il magazzino. La crescita delle loro vendite degli ultimi tempi potrebbe essere il frutto del ritorno della domanda a 90 cappotti, non il ritorno alla normalità della produzione a 100 cappotti.
(1) http://www.centroeinaudi.it/notizie/beni-di-base-e-cavalli-da-corsa.html
(2) http://www.calculatedriskblog.com/2009/07/txn-conference-call.html
(3) http://krugman.blogs.nytimes.com/2009/04/08/the-bounce-and-the-revision-thing/
A gennaio l’impresa vende solo 90 cappotti. Si trova con un magazzino di 110 cappotti. La riduzione delle vendite a 90 capi è frutto di una caduta permanente della domanda, perché le famiglie spendono meno, perché sono indebitate e debbono rendere i crediti ricevuti. L’impresa vuole allora – di fronte alla riduzione permanente della domanda – produrre solo 90 cappotti al mese e avere un magazzino di 90 cappotti.
L’impresa deve quindi portare il magazzino di 110 cappotti a 90. La produzione di febbrario deve scendere da 100 a 70 cappotti, in modo da svuotare il magazzino di 20 capi, mentre organizza la produzione di 90 cappotti, ossia 10 in meno. Dunque la produzione cade del 30%. Poi – portato il magazzino a 90 cappotti – l’impresa a marzo torna a produrre 90 cappotti dai 70 di febbraio. La crescita della produzione è del 28% circa. Tutti a dire che la crisi è finita! Green shoots!
Non è detto. Forse abbiamo avuto solo un rimbalzo all’interno di una riduzione permanente della produzione. Ecco il dubbio di SKF e Texas Instruments. La caduta delle vendite l’avevano sperimentata, quando le imprese di cui sono fornitrici avevano ridotto il magazzino. La crescita delle loro vendite degli ultimi tempi potrebbe essere il frutto del ritorno della domanda a 90 cappotti, non il ritorno alla normalità della produzione a 100 cappotti.
(1) http://www.centroeinaudi.it/notizie/beni-di-base-e-cavalli-da-corsa.html
(2) http://www.calculatedriskblog.com/2009/07/txn-conference-call.html
(3) http://krugman.blogs.nytimes.com/2009/04/08/the-bounce-and-the-revision-thing/
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