Abbiamo avuto in questo fine settimana tre novità: 1) Vladìmir Putin ha ottenuto l'approvazione parlamentare per l'uso della forza militare in Ucraina (ossia, non solo in Crimea, ma ovunque i russo-foni vadano tutelati); 2) si hanno dei movimenti effettivi delle truppe russe e si è avuto il richiamo dei riservisti ucraini; 3) il Dipartimento di Stato – il Ministero degli Esteri degli Stati Uniti – ha dichiarato che, a meno di un ritiro immediato delle truppe russe, le conseguenze dell'azione di Mosca sui rapporti con gli USA saranno profonde.
Perché abbiamo tanto “interventismo” da parte russa? Il progetto geo-politico di Vladìmir Putin era quello di portare sotto l'influenza di Mosca i Paesi che facevano parte - fino a un quarto di secolo fa - dell'Unione Sovietica, quindi dall'Ucraina fino ai Paesi mussulmani che confinano con la Cina. Il progetto ora si trova - per le vicende ucraine - in grande difficoltà a Occidente (1). Ciò premesso, l'occupazione della Crimea (2) potrebbe essere militarmente difficile per la presenza di una forte minoranza ucraina, e per la presenza di una minoranza tatara – una popolazione molto organizzata di religione mussulmana (3). L'occupazione della Crimea potrebbe, inoltre, diventare il viatico per intervenire – in caso di tensioni e scontri - nella parte orientale – quella russo-fona - dell'Ucraina (4). Lo scopo ultimo di tutto questo agire è impedire che si crei un precedente di democrazia filo occidentale ai confini della Russia (5), precedente che potrebbe ledere la “verticale di potere” di Putin (6).
Che cosa può mai fare l'Occidente? Alla fine, a parte dichiarare che i Paesi Nato confinanti con la Russia – come la Polonia e i Paesi Baltici – sono sotto chiara tutela, appoggiare il nuovo corso ucraino – senza alcun aiuto militare, perché non si hanno trattati a proposito – ma con un aiuto massiccio di capitali (7). Resta sullo sfondo la possibile minaccia di sanzioni verso la Russia. Va ricordato che, a differenza dei tempi sovietici, i russi hanno ormai da decenni depositato e/o investito in Occidente parecchi denari.
Quale sarà l'impatto sui mercati finanziari degli altri Paesi di queste vicende? L'Ucraina non è né un importante esportatore né un importante acquirente di beni. E neppure l'esposizione finanziaria verso l'Ucraina è elevata, se si esclude qualche banca di area germanica. L'Ucraina economicamente conta poco, ma potrebbe prestarsi a giocare il ruolo di “scusa” a Occidente per alleggerire i portafogli azionari, dopo la grande ascesa che si è avuta negli ultimi tempi in assenza di una particolare spinta da parte dei risultati aziendali. Si sono, inoltre, avuti dei primi segnali di crisi anche a Oriente sul Rublo. La Russia è esposta in Ucraina con molti crediti, e molti dei suoi cittadini possono pensare che è meglio – se le cose prendono una piega autoritaria - portare in Occidente i propri denari.
(1) http://www.ilfoglio.it/soloqui/22046#.UwySEVYpOKw.twitter
(3) http://www.slate.fr/story/84079/la-crimee-tout-pour-etre-le-waterloo-de-poutine
(4) http://www.foreignaffairs.com/articles/140984/kimberly-marten/putins-biggest-mistake
(5) http://nationalinterest.org/commentary/ukraine-will-putin-strike-9973
(7) http://blogs.ft.com/the-a-list/2014/03/01/russian-force-how-should-the-west-respond/#axzz2uocZXUoZ
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