Che i mercati stiano cadendo lo si vede, basta aprire un giornale o guardare un video. La notizia non è “se” cadono, che è ovvia, ma “come” cadono. Si ha, infatti, il dubbio che da qualche tempo stiano cadendo in maniera “troppo” regolare.
Abbiamo fatto dei calcoli. Dalla caduta della fine del 2008, quando dal minimo partì un rimbalzo molto forte, tanto che alcuni dissero che poteva essere la fine della crisi delle borse, abbiamo calcolato una sorta di arcobaleno, composto da sette curve. Quella centrale è la tendenza, ed ogni altra curva è la deviazione dalla tendenza centrale. Ne abbiamo tre per il rimbalzo e tre per la caduta.
Si vede bene che fino a febbraio i mercati cadevano, ma ogni tanto rimbalzavano con forza per poi ricadere. In altre parole, cadevano sì, ma oscillando molto. Ora cadono con delle oscillazioni modeste. I mercati hanno la forza per rimbalzare per un giorno o due ma poi non rimbalzano molto per molti giorni. Il che segnala che ormai prevalgono le vendite, ossia che si ha una uniformità di visione.
Una visione della maggioranza, la potremmo chiamare. La visione che prevale è che le cose non siano ancora arrivate ad un fondo solido, un fondo che sconti tutte le informazioni negative. Il termine tecnico della reazione che porta ad un livello dei prezzi che sconta tutte le informazioni negative è “overshooting”. Quando la lira, nel 1995, arrivò intorno a 1.250 lire per marco, e sembrava la fine del mondo, da lì incominciò a salire.
Di seguito la borsa statunitense, europea, giapponese.
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