L'economia dovrebbe essere la scienza triste (dismal science), nel senso che dovrebbe ridurre la poesia in prosa. A differenza di molte attività umane, l'economia dovrebbe fare a pezzi le credenze, intese come falsa conoscenza, perché il suo modo di ragionare (privo di enfasi, perché concentrato sull'egoismo dei soggetti e sui suoi paradossi) e l'analisi fattuale (i numeri a supporto) dovrebbero impedire alle emozioni di prendere il sopravvento sulla realtà fattuale. Un esempio è la Cina. Essa oscilla fra miti e realtà.
Da molti la Cina è portata a prova dell'incredibile efficacia dell'economia diretta con piglio virile dallo Stato (una sopravvivenza del mito – degli anni Trenta - che il Piano è meglio del Mercato). La Cina non ha, a differenza nostra, debito pubblico e non ha deficit pubblico, si dice. Dipende da come si fanno i conti. La Cina investe e noi no, si dice. Dipende da come si fanno i conti. Se si aggiunge al debito dello Stato Centrale quello delle Regioni il debito pubblico sale moltissimo, così come il deficit. Gli investimenti poi sono fatti a redditività decrescente.
Si dice che la Cina abbia ancora una popolazione agricola sterminata, disposta a lavorare con salari da sopravvivenza. Sarà, ma la popolazione agricola diposta a trasferirsi dalle campagne alle città non sembra crescere (ai salari correnti), per cui la Cina dovrà meccanizzare il lavoro, come un paese europeo qualunque (si noti quanto è robotizzata la manifattura italiana).
Siamo – noi Italia, naturalmente - un paese corrotto a differenza della Cina, dove gli onesti fucilano quelli che prendono le “mazzette”, si dice. Sarà. Si osservi quello che in gergo milanese da Prima Repubblica si chiama il “giro del fumo”. Il Governo e la Banca Centrale girano il denaro alle imprese pubbliche e alle Regioni. Le prime riprestano il denaro ricevuto a dei tassi da usura alle imprese private, le seconde investono in infrastrutture poco redditizie. Possibile mai che tutti quelli che hanno dei guadagni impropri (non saranno certo pochi) siano fucilati?
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