Tre settimane fa la borsa statunitense, e di conseguenza tutte le altre, piegò, perché i dirigenti avevano venduto i titoli (1). Oggi, a distanza di tre settimane, la borsa statunitense, e di conseguenza tutte le altre, è salita con grande forza, perché i risultati fin qui usciti sono migliori, e così si pensa che saranno i prossimi (2). Possibile mai che si cambi opinione così in fretta? 
 
In mezzo a tanto entusiasmo albergano delle anomalie. Intanto, la variazione dei prezzi: da un punto di vista statistico, è infrequente che essi salgano come negli ultimi tre giorni – da una deviazione standard sotto la tendenza a due deviazioni standard sopra. Il segno di un drammatico cambiamento di opinione in meglio, si potrebbe dire. Il grafico delle deviazioni standard:


s&p da -1ds a +2ds
s&p da -1ds a +2ds
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Tuttavia, se così fosse, l’aspettativa intorno alla variabilità dei prezzi nel futuro sarebbe minore: se le cose si mettono bene, allora i prezzi dovrebbero ridurre la propria escursione. L’indice che misura le aspettative di variabilità dei prezzi a un mese – l’indice VIX – è, invece, salito insieme ai prezzi. Questo non accade quasi mai, la relazione è inversa.

Infine, se intervenisse un mutamento drammatico (e in positivo) delle aspettative, e anche tralasciando la vicenda della variabilità attesa dei prezzi, resterebbe il problema dei volumi. Quando la borsa muta direzione, chi vede «roseo» compra tutto quel che può, mentre chi resta «scettico» vende tutto quel che può. Negli ultimi giorni non si è avuto un mutamento significativo dei volumi scambiati: essi sono circa gli stessi e anche abbastanza scarsi.


(1) http://www.centroeinaudi.it/notizie/green-shoots-/-ii.html

(2) http://www.centroeinaudi.it/notizie/la-«stagione-degli-utili»-/-ii.html