«Come è possibile – ci chiede un lettore – che i mercati caschino per colpa del troppo debito pubblico, per poi salire improvvisamente quando ne viene emessa una quantità maggiore?». Insomma, fino a venerdì scorso i mercati cadevano, poi domenica è arrivata la decisione europea di salvare il debito pubblico «cattivo» emettendone dell’altro, ma “buono”. Ecco che i mercati sono tosto rimbalzati. Sembra capovolta la famosa massima del «denaro cattivo che scaccia quello buono». Si direbbe che «il debito pubblico buono scacci quello cattivo».


Se uno emette moneta cattiva, questa è scambiata molto velocemente, mentre quella buona viene tesaurizzata – ossia non è usata per gli scambi. Per questo si dice che la prima scaccia la seconda. Diverso è il caso del debito che l’Europa si appresta a emettere per salvare i propri membri in difficoltà. Il debito buono aiuta i paesi in difficoltà, li aiuta a risanarsi, perché li aiuta a finanziarsi a tassi accettabili. Se si risanano per davvero, ecco allora che i rendimenti richiesti per sottoscrivere il loro debito scendono e tutto torna nella normalità. I prestiti dell’Europa sono resi, e tutti hanno ottenuto il proprio obiettivo. I paesi europei deboli non strapagano più il proprio debito pubblico e le banche degli altri paesi europei che lo hanno acquistato non debbono registrare alcuna perdita nel loro bilancio.

Scommettendo (tecnicamente parlando, scontando una maggiore probabilità) che il risanamento dei paesi deboli e delle banche creditrici possa materializzarsi, ieri i mercati finanziari sono saliti molto. Se poi saliranno ancora, fino a raggiungere  il livello precedente la crisi, è altro discorso. Man mano che passa il tempo sarà, infatti, chiesta prova che i paesi in difficoltà si stiano risanando per davvero. Se si risanano, la crisi delle ultime settimane potrà essere giudicata dagli storici come una crisi di «liquidità». Se invece non si risanano, ecco che si avrà una crisi di «insolvenza». Dunque per ora è passata la burrasca, ma ci sarà ancora molto da remare.

In ogni modo, quel che sta accadendo ha una sua razionalità: «Sarà pazzia, ma non manca di logica» (Amleto, II, I).