Se il problema è la disciplina fiscale e la speculazione, allora le mosse tedesche degli ultimi giorni hanno un senso. Se, invece, la disciplina fiscale, applicata rigidamente, spinge le economie europee ad avvitarsi subito, rendendo ancora più difficile il risanamento, allora la mossa è sbagliata. Se poi la speculazione registra una situazione economica difficile, ma non ne è la causa prima, allora proibire certe operazioni finanziarie non serve a molto. Se le decisioni tedesche partono da una diagnosi sbagliata, ma la Germania agisce lo stesso, ecco allora che i mercati cominciano a scontare una crescita economica più anemica. Una crescita più anemica riduce gli utili e può alzare il rendimento delle obbligazioni, perché diventa più difficile mettere sotto controllo i debiti. Si alza dunque il rischio e quindi il rendimento richiesto sulle obbligazioni. Il risultato è che i mercati delle azioni scontano utili minori con tassi maggiori. E cadono.
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