Nonostante l'ampio regime di sanzioni internazionali, l'economia russa ha mostrato dati positivi e inaspettati nel 2024: la Banca Mondiale ha registrato infatti una crescita del PIL del 4,3%, un'accelerazione rispetto al 4,1% dell'anno precedente. Questa crescita è stata principalmente sostenuta da una robusta domanda dei consumatori e degli investimenti. Tuttavia, le previsioni indicano una decelerazione significativa. La Banca Mondiale prevede una crescita del PIL russo dell'1,4% nel 2025 e dell'1,2% nel 2026. Analogamente, la Banca di Russia ha rivisto al rialzo la sua previsione per il 2025 all'1,0-2,0% ma ha abbassato quella per il 2026 allo 0,5-1,5%.

Questi dati suggeriscono che, mentre la Russia ha dimostrato capacità di adattarsi agli shock iniziali derivanti dalle sanzioni, la sostenibilità di tassi di crescita elevati sia limitata. La resilienza osservata nel 2024 appare più come una distorsione dell'economia verso la produzione militare e una risposta a stimoli fiscali diretti, piuttosto che un'indicazione di salute economica a lungo termine. Le proiezioni di crescita moderata per gli anni successivi indicano che il peso economico prolungato del conflitto e delle sanzioni si manifesterà come una crescita contenuta piuttosto che un crollo immediato.
Le pressioni inflazionistiche in Russia sono rimaste elevate. La crescita dei prezzi correnti ha registrato una media del 12,1% (tasso annualizzato destagionalizzato, SAAR) nel quarto trimestre del 2024, con misure di inflazione di fondo che hanno superato il 10%. La Banca di Russia ha mantenuto un tasso di riferimento elevato del 21% nel febbraio 2025 per contrastare questa tendenza, prevedendo un tasso di riferimento medio del 19-22% per il 2025. Questo inasprimento monetario aggressivo è una risposta diretta al "surriscaldamento" dell'economia, dove la domanda interna supera la capacità di offerta. Le notizie sui piani del Cremlino di imporre tetti ai prezzi dei prodotti alimentari essenziali e il calo dei redditi reali per pensionati e dipendenti del settore pubblico evidenziano la tensione sociale ed economica di queste pressioni. L'inflazione elevata, combinata con una forte domanda interna e tassi di interesse elevati, indica che l'economia sta operando al di là delle sue capacità produttive, fortemente orientata dalla spesa militare. Ciò suggerisce che, sebbene i dati aggregati del PIL possano apparire stabili, la qualità della vita per i cittadini comuni si sta deteriorando, il che potrebbe contribuire a un'instabilità interna a lungo termine.

Il deficit di bilancio della Russia è aumentato in modo significativo. Nei primi cinque mesi del 2025, il deficit ha raggiunto i 3,4 trilioni di rubli (44,2 miliardi di dollari), pari all'1,5% del PIL, quasi cinque volte superiore rispetto allo stesso periodo del 2024 e prossimo all'obiettivo annuale di 3,8 trilioni di rubli (1,7% del PIL). Entro luglio 2025, il deficit aveva già superato l'obiettivo annuale di oltre il 30%, raggiungendo i 4,9 trilioni di rubli (61,4 miliardi di dollari). Questo aumento del deficit è in gran parte attribuito al calo delle entrate da petrolio e gas, diminuite del 14,4% nei primi cinque mesi del 2025 e del 18,5% nei primi sette mesi , esacerbato da prezzi del petrolio più bassi e da un rublo forte. Allo stesso tempo, le spese, in particolare quelle militari, sono aumentate del 20,8% su base annua in termini nominali. Il deficit viene finanziato tramite prestiti interni e l'utilizzo del Fondo Nazionale di Benessere (NWF). La parte liquida del NWF è scesa a 2,8 trilioni di rubli (36,4 miliardi di dollari) entro maggio 2025 , con il suo valore all'inizio del 2025 approssimativamente equivalente al deficit di bilancio del 2024. L'escalation rapida del deficit di bilancio, che supera gli obiettivi annuali in pochi mesi, indica una pressione fiscale notevolmente superiore a quanto inizialmente previsto. La dipendenza dal NWF e dai prestiti interni suggerisce un esaurimento delle riserve finanziarie e un crescente onere del debito. Sebbene il livello del debito rispetto al PIL rimanga relativamente basso (16% nel 2024 ), l'aumento del costo dei prestiti e il rapido tasso di esaurimento del NWF indicano che questa strategia di finanziamento non è sostenibile indefinitamente senza una significativa ristrutturazione economica o una riduzione delle spese militari. Ciò supporta l'idea di un esaurimento delle risorse russe in senso fiscale.

Le sanzioni hanno contribuito a una crescita più lenta, alla fuga di capitali e alla riduzione degli investimenti diretti esteri (IDE), portando a un crescente isolamento economico e a una contrazione nei settori ad alta tecnologia. Oltre 1.000 aziende internazionali hanno ridotto o interrotto le operazioni, diminuendo la concorrenza di mercato e intensificando le pressioni inflazionistiche. Le carenze di manodopera rappresentano un vincolo critico al potenziale di crescita economica della Russia. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto un minimo storico del 2,9% nel novembre 2023 , esacerbato da sfide demografiche, dalla coscrizione di uomini in età lavorativa e dall'emigrazione di manodopera qualificata. Queste carenze sono particolarmente acute nell'industria, con il 47% delle aziende che segnalano una mancanza di lavoratori qualificati , portando alla pratica insolita delle fabbriche militari che pubblicizzano posti di lavoro per candidati di appena 16 anni. Mentre la Russia ha dimostrato adattabilità alle sanzioni attraverso la sostituzione delle importazioni e il riallineamento delle partnership commerciali , gli impatti a lungo termine, come la riduzione dell'accesso alle tecnologie avanzate e un forte calo degli IDE , indicano un futuro di modernizzazione economica più lenta. Le gravi carenze di manodopera sono un problema strutturale fondamentale, che influisce direttamente sulla capacità produttiva e limita la capacità di sostenere alti tassi di crescita, in particolare nel complesso militare-industriale. Ciò suggerisce che, anche se la Russia può sostenere lo sforzo bellico nel breve termine, il suo potenziale economico a lungo termine viene significativamente eroso.

 Indicatori Economici Chiave della Russia (Previsioni 2024-2027)

Nota: I dati del deficit di bilancio per il 2025 riflettono i valori cumulativi registrati nei primi mesi dell'anno, che hanno già superato significativamente le proiezioni annuali iniziali. SAAR = Seasonally Adjusted Annualised Rate.

I costi umani e materiali della guerra per la Russia

La spesa militare della Russia è aumentata drasticamente, raggiungendo una stima di 149 miliardi di dollari nel 2024, un incremento del 38% rispetto al 2023 e il doppio del livello del 2015. Questa cifra rappresenta il 7,1% del PIL russo e il 19% della sua spesa governativa totale. Per la prima volta nella storia russa moderna, la spesa per la difesa dovrebbe superare le spese sociali nel 2024, con il bilancio ufficiale per la difesa stimato intorno al 6% del PIL. Tuttavia, includendo le sezioni classificate e i costi impliciti, la spesa totale legata alla guerra potrebbe arrivare fino al 9% del PIL, rappresentando circa il 40% del bilancio statale totale. L'allocazione senza precedenti di risorse alla spesa militare, che supera esplicitamente il welfare sociale, indica un profondo riorientamento dell'economia russa verso un'economia di guerra. Questa priorità, pur sostenendo la crescita nei settori militari-industriali , devia risorse da altre aree produttive, contribuendo all'inflazione e al calo dei redditi reali per i civili. Ciò suggerisce una scelta deliberata di sostenere il conflitto a un costo economico e sociale interno significativo, piuttosto che un'incapacità di finanziarlo.

Il costo umano del conflitto per la Russia è stato considerevole. Le stime indicano che la Russia raggiungerà probabilmente un milione di vittime (tra morti e feriti) entro l'estate del 2025. Ad aprile 2025, oltre 790.000 soldati russi erano stati segnalati come uccisi o feriti , con circa 250.000 morti tra febbraio 2022 e maggio 2025. Questo tasso di mortalità è significativamente più alto rispetto a tutte le guerre russe e sovietiche combinate dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Le perdite materiali sono altrettanto estese. Da gennaio 2024, la Russia ha perso circa 1.149 veicoli corazzati da combattimento, 3.098 veicoli da combattimento della fanteria, 300 pezzi di artiglieria semovente e 1.865 carri armati. Il rapporto tra le perdite di veicoli da combattimento russi e ucraini era quasi di 5:1 durante la cattura di Avdiivka tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024, sebbene sia sceso a circa 2:1 entro maggio 2025. L'affermazione che le perdite ucraine siano state da 1/5 a 1/7 rispetto a quelle russe è ampiamente coerente con la stima del CSIS di 400.000 vittime ucraine contro oltre 950.000 vittime russe. Le cifre impressionanti di vittime e perdite di equipaggiamento indicano una campagna militare altamente inefficiente e costosa, soprattutto in relazione ai guadagni territoriali. Questo livello di logoramento, unito alle sfide demografiche esistenti e alle carenze di manodopera , solleva seri interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine del bacino di manodopera militare della Russia e sulla sua capacità di rigenerare le forze senza ulteriori tensioni sociali o mobilitazioni.

Il governo russo ha intensificato la repressione del dissenso, utilizzando nuove leggi per punire i manifestanti contro la guerra, le figure dell'opposizione politica e i giornalisti. Nel 2024, 45 giornalisti sono stati perseguiti, con 27 che hanno ricevuto condanne, principalmente per "diffusione di falsità sulle forze armate". Questo include lunghe pene detentive per giornalisti accusati di legami con "organizzazioni estremiste" come la Fondazione Anti-Corruzione di Alexei Navalny. Le autorità hanno impiegato arresti arbitrari, detenzioni e pesumibilmente torture contro critici e manifestanti. I media indipendenti sono stati bloccati o chiusi, e la definizione di "estremismo" è ampiamente applicata per soffocare qualsiasi forma di critica al governo. Sebbene il dissenso esista all'interno della Russia, i robusti e spesso brutali meccanismi di repressione statale impediscono che si traduca in proteste pubbliche diffuse che potrebbero portare a un cambiamento nella scelte belliche.

La robustezza  strategica e il supporto Internationale dell'Ucraina

L'Ucraina, da parte sua, ha dimostrato una notevole robustezza strategica, respingendo le avanzate russe iniziali su Kyiv nell'aprile 2022 e riconquistando territori a Kharkiv, Mykolaiv e Kherson durante la sua prima controffensiva alla fine del 2022. L'offensiva estiva russa a Kharkiv nel maggio 2024, sebbene inizialmente abbia guadagnato alcuni territori, si è in gran parte bloccata all'inizio di giugno, con le forze ucraine che hanno stabilizzato la linea del fronte e lanciato controffensive. Gli analisti militari attribuiscono questo successo alla combinazione strategica ucraina di guerra con droni, difese di trincea fortificate e artiglieria efficace. Nonostante gli sforzi russi per circondare Pokrovsk dal febbraio 2024, queste campagne sono state finora infruttuose , con le forze russe che hanno ottenuto solo guadagni marginali in aree aperte piuttosto che in posizioni fortificate. La capacità dell'Ucraina di difendere Kyiv, condurre controffensive efficaci e bloccare le avanzate russe dimostra una notevole capacità di adattamento militare. L'enfasi sull'uso di droni e sulla guerra di trincea indica una strategia che sfrutta i vantaggi tecnologici per compensare le inferiorità numeriche, portando a un conflitto di logoramento e lento. Ciò suggerisce che l'Ucraina è in grado di mantenere le sue posizioni, rendendo una vittoria militare russa, nel suo attuale percorso, difficile e costosa.

Il supporto internazionale all'Ucraina è stato sostanziale e multifattoriale. Entro marzo 2024, erano stati promessi oltre 380 miliardi di dollari in aiuti, con quasi 118 miliardi di dollari in assistenza militare diretta. I paesi europei da soli hanno fornito 132 miliardi di euro entro dicembre 2024, mentre gli Stati Uniti hanno contribuito con 114 miliardi di euro. L'assistenza militare comprende un'ampia gamma di equipaggiamenti, dalle munizioni ai sistemi di difesa aerea, ai carri armati Leopard e ai simulatori di volo F-16. Nuovi meccanismi di consegna, come l'iniziativa di prelievo della NATO, mirano a fornire rapidamente armi dalle scorte esistenti, con gli Stati Uniti che riforniscono questi inventari. Il supporto finanziario, che supera i 92 miliardi di dollari dall'UE e dai suoi Stati membri, è cruciale per mantenere la stabilità macroeconomica dell'Ucraina, i servizi pubblici e le infrastrutture critiche. L'ampiezza e la varietà degli aiuti occidentali sottolineano la dipendenza critica dell'Ucraina dal supporto esterno per sostenere la sua difesa e la sua economia. Sebbene questo aiuto rafforzi l'Ucraina, evidenzia anche una vulnerabilità strategica: qualsiasi riduzione significativa di questo supporto potrebbe compromettere gravemente la continuazzione del conflitto. Questo sottolinea come l'abilità diplomatica dell'Ucraina sia fondamentale non solo per il supporto sul campo i battaglia ma anche per garantire un flusso continuo di questa linfa vitale esterna.

L'Ucraina sta sviluppando attivamente le sue capacità di difesa interna, con circa il 50% delle sue esigenze di armamenti ora prodotte a livello nazionale o congiuntamente con partner. In particolare, è stata avviata la produzione in serie del suo nuovo missile balistico, Sapsan, che ha dimostrato efficacia in combattimento, colpendo un obiettivo militare russo a quasi 300 km di distanza e raggiungendo velocità di Mach 5.2. Questo missile è competitivo con le capacità degli ATACMS statunitensi e degli Storm Shadow britannici. L'Ucraina sta anche sviluppando nuovi sistemi missilistici terra-aria per contrastare i missili ipersonici russi come Zircon e Kinzhal. La produzione interna di armamenti da parte dell'Ucraina, in particolare il missile Sapsan, rappresenta un passo significativo verso una maggiore autosufficienza militare e lo sviluppo di capacità asimmetriche. Sebbene non sia un missile ipersonico nel senso di un veicolo a planata o un missile da crociera come lo Zircon, un missile balistico che raggiunge Mach 5.2 fornisce una capacità di attacco a lungo raggio e ad alta velocità. Questo riduce la dipendenza dell'Ucraina da sistemi esterni a lungo raggio e migliora la sua capacità di colpire in profondità nel territorio controllato dalla Russia, potenzialmente alterando il calcolo operativo e aumentando il costo per la Russia. Lo sviluppo di sistemi di difesa aerea anti-ipersonici dimostra inoltre un approccio proattivo nel contrastare le minacce russe avanzate.

Controllo territoriale e posta geopolitica

Dall'invasione su vasta scala nel febbraio 2022, la Russia ha inizialmente occupato una parte significativa del territorio ucraino. Tuttavia, le successive controffensive ucraine alla fine del 2022 hanno riconquistato vaste aree, inclusa la città di Kherson. Ad agosto 2025, la Russia occupa circa il 19-20% dei confini internazionalmente riconosciuti dell'Ucraina, inclusa la Crimea e parti del Donbas sequestrate prima del 2022. Sebbene la Russia abbia guadagnato oltre 4.000 chilometri quadrati nel 2024, ciò ammonta a meno dell'1% del territorio totale dell'Ucraina. È cruciale notare che, nonostante le annessioni formali delle regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson nel settembre 2022, la Russia non controlla completamente nessuna delle capitali regionali di queste stesse regioni. Ad esempio, la capitale di Zaporizhzhia rimane sotto il controllo ucraino, e qualsiasi tentativo di raggiungerla richiederebbe uno sforzo militare significativo. Anche a Luhansk, l'unica regione quasi interamente occupata, le truppe ucraine detengono ancora una piccola porzione di territorio. La situazione sul campo rimane delicata, con le linee del fronte vicine alle città, rendendo una linea di confine basata sull'attuale fronte insoddisfacente per entrambe le parti.

Fonte: CBS news

Le opzioni per una soluzione "sul campo" vanno da un congelamento lungo l'attuale linea del fronte, che l'Ucraina e i suoi alleati europei hanno dichiarato accettabile, alle massimaliste richieste di Vladimir Putin, invariate da giugno 2024, che includono il pieno controllo delle quattro regioni annesse dalla Russia. L'Ucraina ha ripetutamente affermato che non cederà le città non conquistate da Putin. La dichiarazione di Putin che l'accettazione di queste annessioni da parte di Kyiv è una condizione per un accordo crea dunque un'evidente impasse negoziale.

Le garanzie di sicurezza per Kyiv sono una questione chiave al centro degli sforzi per porre fine ai combattimenti. Il concetto di "protezioni simili all'Articolo 5" è stato discusso, con l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, che ha suggerito che Washington e i suoi alleati potrebbero offrire tali garanzie. L'Articolo 5 del trattato fondativo della NATO considera un attacco a un membro come un attacco a tutti, ma non impegna automaticamente a un intervento militare diretto, bensì a "intraprendere le azioni che riterrà necessarie, compreso l'uso della forza armata". Un accordo "quasi-Articolo 5" per l'Ucraina non la renderebbe un membro della NATO, cosa che Trump ha esplicitamente escluso. Tale accordo dipenderebbe interamente dal testo negoziato, specificando chi si impegna a cosa e con quale rapidità e forza. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha accolto con favore la proposta, affermando che l'UE è "pronta a fare la sua parte".

Tuttavia, la proposta solleva un paradosso geopolitico: se le garanzie rispecchiano veramente l'effetto deterrente della NATO, perché il Cremlino le accetterebbe? Una possibile interpretazione è che Mosca possa percepire le garanzie non-NATO come meno automatiche o vincolanti rispetto all'adesione all'alleanza, o come più negoziabili in termini di portata e geografia.

La dichiarazione del Presidente Donald Trump che gli Stati Uniti non invieranno truppe di terra in Ucraina come parte di un accordo di pace è un elemento significativo. Trump ha ribadito che l'onere principale di dispiegare truppe di terra per prevenire futuri attacchi russi ricadrebbe sugli alleati europei, con gli Stati Uniti disposti a fornire supporto aereo. Questa posizione, che lascia gli europei da soli sul terreno per un'eventuale forza di interposizione, pone sfide pratiche significative, inclusa la definizione delle regole di ingaggio e la partecipazione dei singoli paesi europei, come l'Italia. La discussione sulla potenziale schieramento di una "forza di rassicurazione" europea per monitorare un cessate il fuoco è in corso dall'inizio del 2025. I pianificatori militari devono identificare i fattori scatenanti per un potenziale coinvolgimento militare occidentale e determinare le regole di ingaggio per qualsiasi soldato europeo coinvolto. Non è sicuramente la panacea, se si considera che molti eserciti armati su una stessa linea di fronte con grado di prontezza elevato potrebbero scontrarsi per errore ed eccesso di tensione.

Inoltre, quanto dovrebbe durare lo spiegamento?
I leader europei, tra cui quelli di Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia, hanno mostrato solidarietà con l'Ucraina, sottolineando l'importanza di un cessate il fuoco immediato e di un forte ruolo degli Stati Uniti nelle garanzie di sicurezza. L'obiettivo di fondo è fornire all'Ucraina gli strumenti necessari per sconfiggere l'esercito di Putin sul campo di battaglia, mettere in sicurezza una linea del fronte estesa e colpire in profondità la macchina da guerra russa se necessario. Ma questo forse è un impegno troppo gravoso per il dispositivo militare europeo.
L'estensione della deterrenza al più alto livello (ossia quello nucleare) a un alleato al di fuori degli impegni formali del trattato di difesa collettiva sarebbe forse la soluzione finale, ma intrinsecamente più difficile da realizzare, con incertezze quasi insolubili. Sebbene l'Articolo 5 della NATO sia stato invocato una sola volta (dopo gli attacchi dell'11 settembre) e non impegni automaticamente a un intervento militare diretto, la sua applicazione all'Ucraina, specialmente con l'implicazione di armi nucleari, solleverebbe rischi significativi di escalation. L'uso di armi nucleari tattiche è stato oggetto di minacce da parte della Russia per scoraggiare l'aumento del supporto della NATO all'Ucraina. La NATO ha concentrato gli sforzi sulla gestione dell'escalation, combinando deterrenza con una strategia di rassicurazione. L'implementazione di una tale misura, che potrebbe arrivare al dispiegamento di armi nucleari in Ucraina, al pari di quelle che sono in Italia, Germania e Turchia, sarebbe percepita come una grave provocazione da parte della Russia, con il potenziale di innescare un'escalation incontrollata, data la dottrina russa che contempla l'uso di armi nucleari in caso di minaccia esistenziale.

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L'analisi dei dati disponibili suggerisce che l'ipotesi di una pace in tempi brevi è complessa da concepire e da dotare delle necessarie condizioni di contorno. L’eventuale accelerazione non vedrebbe l’Ucraina nella veste di parte debole del negoziato, perché ben lungi dall’esaurire risorse economiche militari e diplomatiche. È invece crescente la fragilità economica della Russia,
La situazione territoriale rimane in stallo, Le condizioni di pace proposte da entrambe le parti sono diametralmente opposte, rendendo difficile un accordo negoziato senza cedimenti sostanziali di una delle due parti. Vedremo nelle prossime settimane se la prospettiva di pace si avvierà a una realizzazione e in questo caso vedremo quale parte avrà fatto le maggiori concessioni nelle trattative. L’ipotesi di un “non accordo”, qualora emergesse, non deriverebbe dalla sicurezza della Russia di vincere. Tutto il contrario.