Nel giorno in cui festeggia la sottoscrizione record per un titolo di Stato, l’Italia vede addensarsi l’ombra della recessione. Per il quarto mese di fila la produzione industriale ha registrato il segno meno, ma stavolta il calo è stato più sensibile tanto che non si registrava un dato così brutto dal luglio 2020 nell’anno maledetto del Covid. Tutto questo mentre la Cina è ufficialmente in deflazione. Peggiorano i prezzi alla produzione: -4,6% (-3,6% ad aprile e -4,3% stimato), ottavo calo di fila e frenata più ampia da febbraio 2016 con domanda debole e moderazione dei prezzi delle materie prime. Un fenomeno più accentuato su base mensile: -2,6% dal -0,6% di aprile. L’inflazione, invece, risale dai minimi degli ultimi 26 mesi: +0,2. Ma andiamo con ordine, partiamo dall’exploit del Btp valore.
La grande corsa dei risparmiatori
Raccolti poco più di 18 miliardi in cinque giorni. La prima emissione del Btp valore si è rivelata un successo sotto la spinta dei risparmiatori a caccia di interessi che coprano almeno in parte l’effetto inflazione. Il ministero dell'Economia in una nota precisa che "si tratta del risultato più elevato di sempre in termini di valore sottoscritto, ma anche per numero di contratti registrati, 654.675, in un singolo collocamento di titolo di stato per i piccoli risparmiatori". I titoli hanno tassi cedolari minimi garantiti per la prima emissione pari al 3,25% per il primo e secondo anno e 4% per il terzo e quarto anno. Previsto un premio fedeltà (0,5% del capitale sottoscritto) per chi li tiene per l’intero periodo.
Il crollo dell'industria
L'Istat registra ad aprile una contrazione dell'indice della produzione industriale dell'1,9% rispetto a marzo, il quarto consecutivo, e una caduta rispetto all'anno precedente del 7,2%, la più profonda degli ultimi tre anni. L'andamento negativo è esteso a tutti i principali comparti, a partire dall'energia (-12,6% su anno) e dai beni intermedi (-11%). Il rischio indicato dall'Ufficio studi è quello di un impatto negativo delle difficoltà di Paesi come la Germania, oltre al peso dell'inflazione elevata e dei ritardi del Pnrr. Berlino è il primo partner commerciale dell'Italia e il fatto che sia in recessione tecnica nel primo trimestre avrà conseguenze, come ha sottolineato di recente anche il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Giorgetti ha detto che l'economia della Germania «qualche problema per la nostra industria lo creerà, ma ci sono i servizi che dovrebbero compensare». Anche il capo economista di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, parla in di un «calo deludente». «I servizi sembrano abbastanza vivaci da compensare la resistenza industriale - scrive De Felice su Twitter - ma prevediamo un rallentamento del ritmo sequenziale della crescita del Pil». Non resta che aggrapparci allo stellone dell’Italia: il turismo. Anche per garantirci come da previsioni un Pil più alto di Francia e Germania.
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