Mi è capitato di riascoltare Rita Pavone che cantava la “Pappa col pomodoro” (1), laddove si afferma che “la storia ci ha insegnato che un popolo affamato fa la rivoluzione”. Sarà vero (2)?
Si prendano le turbolenze sociali, definite come interazioni di almeno cinquanta persone nel corso di attentati a persone o cose. Le turbolenze emergono dalla lettura dei giornali che ne parlano. Si osserva la relazione fra le turbolenze e la variazione dei prezzi dei beni alimentari, dei beni industriali, e della produzione industriale. Perciò la variazione del tenore di vita e dell'occupazione. Si misura la relazione immediata – la variazione del tenore di vita nella stesso periodo con le turbolenze - oppure spostata nel tempo – la variazione precedente del tenore di vita con le turbolenze.
Emerge che nel periodo 1830-1960 – quindi oltre un secolo - in Francia non si ha alcuna relazione, qualunque sia la combinazione temporale fra tenore di vita, occupazione e turbolenze. Detto altrimenti, non si ha alcuna relazione fra le cause (la fame di Rita Pavone) e le manifestazioni del malcontento (la rivoluzione di Rita Pavone).
Le interazioni sociali sono molto complesse. Quel che è vero a livello individuale – sono scontento – non si traduce immediatamente nelle manifestazioni collettive – vado in piazza con altri. Può anche accadere, ma esso è, alla fine, un fenomeno “non persistente”. Un fenomeno simile si osserva in finanza. Gli scontenti – che sono numerosi - dovrebbero cambiare gestore molto frequentemente – ciò che non accade.
(1) https://www.youtube.com/watch?v=TZ5Zwrcvvaw
(2) Raymond Boudon, Il posto del disordine, Il Mulino
© Riproduzione riservata