Il Milan torna al centro del villaggio. Dopo undici anni, i rossoneri conquistano nuovamente lo scudetto: una vittoria che rende merito al percorso di risanamento economico, portato avanti dalla proprietà americana del fondo Elliott, e tecnico, affidato ad una leggenda come Paolo Maldini e al suo braccio destro, Ricky Massara.
A stelle e strisce
È festa grande e meritata, quindi, che apre la porta ad una nuova svolta societaria perchè Elliott è pronto a cedere la maggioranza del club ad un altro fondo statunitense, Redbird. Il Milan resta a stelle e strisce e proprio gli Stati Uniti sono uno degli orizzonti preferiti cui guarda il calcio italiano.
Il fallimento della Nazionale
Va in archivio una stagione che ha visto la Nazionale fallire per la seconda volta consecutiva la qualificazione ai Mondiali, lasciando un vuoto inatteso da colmare dopo l’ubriacatura dell’Europeo vinto la scorsa estate. I problemi del nostro pallone restano infatti i soliti, acuiti dall’effetto dirompente della pandemia sui conti dei club.
In rotta verso l'estero
Le società stanno cercando di parare il colpo e cercano nuovo rotte per nuove risorse. Una porta proprio oltreoceano: la Lega di serie A aprirà infatti il 24 maggio una sede a New York per guadagnare peso sul mercato americano.
All’estero si guarda anche per i diritti televisivi. Il governo ha appena modificato la legge Melandri, abbattendo una barriera penalizzante per la commercializzazione dei diritti non domestici. Niente più procedure tecniche rigide e niente più limiti temporali di durata triennale degli accordi.
Il confronto con la Premier League, al momento, è impietoso: il campionato inglese ricaverà 2,1 miliardi di euro all’anno nel periodo 2022-25 dalla commercializzazione estera del prodotto, +30% rispetto al triennio precedente. La serie A, per il 2022-24, incasserà 196 milioni all’anno, quarta in graduatoria dietro alla Liga spagnola con 897 milioni a stagione (periodo 2019-22) e i 360 milioni della Bundesliga tedesca (periodo 2021-24) e davanti soltanto alla Ligue 1 francese che guadagnerà soltanto 80 milioni a stagione per il prossimo biennio. Dal 2024 inizierà una nuova epoca per il calcio italiano
Come generare nuovi ricavi?
La domanda di fondo è sempre la stessa: come generare nuovi ricavi? Con stadi nuovi e di proprietà, è la risposta più usata ed abusata. Perchè si sa quanto sia obsoleto il parco impianti e quante difficoltà, burocratiche in primis, si incontrano ogni volta che si avvia un progetto. L’ultimo caso eclatante riguarda Milano e il “nuovo” San Siro. Servirebbe ospitare un grande evento che possa fare da traino per molteplici iniziative. L’Italia si è candidata ad organizzare gli Europei 2032, una sfida da 2-3 miliardi di euro parlando di stadi. La Turchia, altra candidata forte, è già pronta…
La sostenibilità entra in campo
Il futuro dovrà necessariamente essere all’insegna della sostenibilità, della gestione e quindi dei conti. Per questo obiettivo, la Federcalcio ha introdotto l’indice di liquidità (rapporto tra attività e passività correnti) allo 0,5% per ottenere la licenza per l’iscrizione al campionato. La Lega Calcio si è opposta, chiedendo lo 0,4%: il (duro) confronto continua.
Il Decreto crescita e la fiscalità
Ultimo tema, il Decreto Crescita, che prevede benefici fiscali con tassazione al 50% per i lavoratori stranieri, in questo caso calciatori, che arrivano in Italia per almeno due anni e dopo almeno di due anni all’estero. Riflesso sul mercato: le società sono state spinte a preferire giocatori stranieri rispetto agli italiani, con conseguenze evidenti sull’impiego di calciatori eleggibili per la Nazionale. La riforma è appena andata in porto: potranno usufruire del vantaggio fiscale solo i contratti da un milione di euro in su, di calciatori con almeno 20 anni. Non proprio come avrebbero voluto i club.
Il campionato è appena finito ma il weekend del nuovo inizio, a Ferragosto, è dietro l’angolo.
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