Mentre perfino la sovranista Polonia si piega alle regole dell’economia accettando 400 mila stranieri in più per soddisfare le esigenze delle aziende del Paese che altrimenti rischiano di perdere commesse, Confindustria Alto Adriatico lancia un progetto che potrebbe diventare presto un modello: crearsi all’estero la manodopera che serve. Il Paese prescelto è il Ghana: d’altronde con lo stato africano c’è una consuetudine sin dai tempi in cui l’Electrolux assunse 500 ghanesi nello stabilimento di Pordenone. E oggi la comunità africana rappresenta il 12 per cento della popolazione del capoluogo provinciale.

A raccontarlo è Michelangelo Agrusti presidente dell’associazione che riunisce gli industriali di Trieste, Gorizia e Pordenone. L’idea di partenza era creare un Its ad Accra, la capitale, appoggiandosi all’istituto professionale gestito dai salesiani. Ma la procedura troppo complessa per garantire il riconoscimento del percorso scolastico anche in Italia ha convinto gli imprenditori a partire subito con un altro progetto: un’Academy che, se i tempi saranno rispettati, aprirà già a gennaio. Obiettivo: insegnare mestieri direttamente sul posto a giovani ghanesi che poi potranno emigrare in Italia già formati e specializzati secondo una sorta di top ten dei lavori più ricercati.

Le imprese e la top ten dei mestieri

A stilare la classifica le aziende dell’Alto Adriatico che sempre di più incontrano difficoltà a trovare in Italia i profili che cercano anche perché secondo quel che Agrusti ha dichiarato a Radio24 «da noi si è creata una mentalità antilavoro tra i giovani. La prima cosa che ti chiedono a un colloquio di lavoro è se sabato e domenica sono sempre liberi». I mestieri che le aziende reclamano di più rientrano nella categoria degli operai specializzati, con stipendi che spesso partono da 1800-2000 euro al mese: carrellisti, saldatori, tornitori. I ragazzi che frequenteranno l’Academy di Accra potranno anche contare su corsi di italiano grazie ad alcuni insegnanti in pensione pronti a trasferirsi per un periodo in Ghana. Obiettivo: impedire che la lingua sia un ostacolo una volta che i futuri operai saranno sbarcati in Friuli. L’elenco delle imprese pronte ad aderire al progetto di Confindustria Alto Adriatico è fatto soprattutto di piccole e medie imprese ma non mancano grossi nomi come Fincantieri e Friul Intagli, tutte con l’esigenza di specifiche figure professionali.

L'Ocse promuove l'idea

Un modello che può funzionare? Ne è convinto Andrea Garnero, economista dell’Ocse, che sostiene che il progetto degli imprenditori friulani di andare all’estero a costruirsi la manodopera su misura potrebbe diventare vincente: «E’ l’assumersi in prima persona la soluzione di un problema che tra l’altro stanno incontrando tutti i Paesi dell’Ocse sotto la spinta della rapida ripresa dopo il Covid, ma non solo. In giro c’è più domanda che offerta anche se l’Italia è ancora un caso particolare, considerato l’alto numero di disoccupati».

Michelangelo Agrusti presidente di Confindustria Adriatico, ideatore del modello Accra

Ma Agrusti già pensa di allargare il progetto, puntando sui centri di accoglienza in Italia. «Ho preso contatto con alcune prefetture per vedere se non sia possibile insegnare un mestiere anche ai tanti ragazzini che sono arrivati in Italia dopo una traversata in mare e che rischiano di rimanere bloccati per mesi in un centro senza niente da fare se non aumentare diffidenza e odio verso il Paese che li tiene sotto sorveglianza. Ecco, se anziché lasciarli lì, abbandonati a se stessi, potessimo avviarli ad Academy simili a quella che apriremo ad Accra potrebbe essere un altro modo per dare risposte concrete alla mancanza di manodopera» Il tutto collegato a un piano di “albergaggio” o pensionato sociale che assicuri a chi arriva dal Ghana o dai centri di prima accoglienza un posto letto decoroso se non una casa.

Migranti, dalla Ue altri 12 miliardi

Progetti che però hanno bisogno del supporto anche del governo. Magari un aiuto può venire dai 12 miliardi in più che l’Unione Europea per voce della presidente Ursula von der Leyen ha annunciato di voler trovare con la revisione del bilancio per l’emergenza immigrazione nel primo giorno del Consiglio europeo a Bruxelles. Un annuncio che la premier Giorgia Meloni ha subito accolto con favore: “Un buon punto di partenza”.