Martedì trovare un taxi sarà un’impresa. E non solo a Roma e Milano dove lo è tutti i giorni. Ma in tutta Italia. Scatta lo sciopero proclamato dalla principale sigla delle auto bianche contro il disegno di legge Asset, appena approvato dal Parlamento, che introduce la possibilità di ampliare le licenze fino al 20% di quelle attualmente in vigore.«La causa scatenante è proprio questa possibilità. E’ fuori mercato, numeri campati in aria. Con il risultato che si è abrogata ogni norma che prevede una programmazione territoriale», spiegano i rappresentanti sindacali. Di qui l’idea di bloccare tutte le auto bianche martedì. Ventiquattro ore dopo lo sciopero nei trasporti pubblici indetto da Ubs per oggi, lunedì. Insomma due giorni di sofferenza per chi nelle grandi città si muove con mezzi diversi dall’auto privata.
Una lobby compatta
Ed è probabile che anche stavolta la categoria dei taxisti risponderà in modo massiccio alla chiamata. E’ sempre così. La potente lobby delle auto bianche sa come mobilitarsi tanto che nessun governo – compreso quello tecnico di Draghi – è mai riuscito a spuntarla. Ora ci prova il “governo amico” del centrodestra, ma la risposta è la stessa: sciopero. Le sigle sindacali sono da anni contrarie all'aumento delle licenze – nonostante numeri alla mano siano decisamente inferiori rispetto alle altre principali città europee, da Parigi a Barcellona, da Berlino a Londra - temendone la loro svalutazione. Nelle grandi città esiste un mercato di valorizzazione delle licenze – circa 22 mila - che quando un tassista si ritira cede per decine di migliaia di euro. Insomma, è il Tfr delle auto bianche. Ora il governo consentendo a Comuni capoluogo di regione, sede di Città Metropolitana o di aeroporto di aumentare le licenze fino al 20% , attraverso un concorso straordinario e procedure più snelle, rischia di penalizzare il tesoretto degli autisti.
Sala e Gualtieri attaccano
Ma la decisione ha aperto un contenzioso anche con le amministrazioni locali. Roma e Milano in testa sostengono che il 20% in piu di licenze sono poche soprattutto in vista di eventi come il Giubileo 2025 nella capitale o le Olimpiadi invernali 2026 a Milano. Gualtieri ne chiede 1500 subito, Sala mille. La risposta del ministro Adolfo Urso è stata lapidaria: «Usate le nuove norme, senza perdere tempo». Il quadro delle licenze è questo: 7700 a Roma, 4800 a Milano, 2400 a Napoli, 21500 a Torino. E ancora: 700 a testa per Firenze e Bologna, 320 a Palermo.
Ai tassisti Urso ha ricordato che ora la seconda guida sarà più facile. «Abbiamo chiarito un aspetto che frenava la possibilità di circolare con lo stesso taxi e due autisti diversi. Nessun rischio di cause di lavoro. Abbiamo chiarito che sarà un contratto di lavoro autonomo, quindi non possono temere più una causa di lavoro». I rappresentanti dei tassisti incassano positivamente la novità, ma non arretrano: «La doppia
guida va bene, una volta snellite le procedure, mentre la licenza stagionale è una cosa che non sta in piedi dal punto di vista economico, perché non è possibile che un tassista debba acquistare un veicolo ecologico, elettrico, che costa 40, 50mila euro per farlo uscire tre, quattro mesi l'anno. Come rientra da questo investimento? E si devono sbrigare pure sulle tariffe, non è pensabile che siano ferme da 11 anni».
Il nodo irrisolvibile
Ma quel che proprio i sindacalisti delle auto bianche non accettano è quel 20% in più di licenze, non sentono ragioni: «Non si sparino numeri a caso per far clamore, che poi quando cala il lavoro si intoppa tutto. Giusto sarebbe andare per gradi. A Roma per esempio rilasciando intanto 300 autorizzazioni con la graduatoria comunque aperta. Ma 1700 licenze tutte insieme sono una follia». Intanto, martedì niente taxi.
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