Alla fine l'ha spuntata l'Italia. Come annunciato una settimana fa dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini i lavori di restyling del traforo del Monte Bianco, rinviati per la frana in Alta Savoia, slitteranno di un anno. In realtà nei prossimi mesi si eseguiranno comunque degli interventi dentro la galleria realizzata 60 anni fa, ma senza che il transito sia interdetto per più di cento giorni come sarebbe dovuto accadere in un primo momento. Tuttavia prima di dicembre ci saranno almeno sei settimane di stop. Quindi i disagi sia pur limitati nella durata ci saranno e per il Frejus si annuncerà comunque un periodo di supertraffico.
L'accordo è stato raggiunto durante la conferenza intergovernativa Italia-Francia. Nel prendere atto dell'emergenza scaturita dalla frana tra Modane e Chambery - che ha bloccato del tutto la linea ferroviaria e parzialmente l'autostrada del Frejus, costringendo al divieto di transito ai Tir in alta Valsusa, dirottandoli sul Bianco -, la Cig ha benedetto l'accordo tra i due governi - rappresentati dai ministri Salvini e Clèment Beaune - e confermato la sospensione dei lavori straordinari. Ma solo quelli. I cantieri legati agli interventi improcrastinabili per la messa in sicurezza dell'impalcato stradale si eseguiranno già nelle prossime settimane, prima di Natale.
Le due delegazioni hanno discusso anche delle prospettive di riapertura del Frejus ai Tir, l'unica soluzione che consentirà di liberare la Valle d'Aosta dall'invasione dei mezzi pesanti e consentire agli autotrasportatori di non dover attendere ogni volta fino a tre ore per transitare nel tunnel del Bianco. Secondo la società concessionaria dell'A32 Torino-Frejus i Tir dovrebbero tornare in alta val di Susa già dal fine settimana, ma la certezza la si avrà soltanto nelle prossime ore, quando saranno completate le ultime perizie sul tratto di autostrada contiguo alla frana in territorio francese. Durante la conferenza l'Italia ha rilanciato l'ipotesi caldeggiata dalla società che gestisce il tunnel del Bianco e da Confindustria Aosta di realizzare una seconda canna per risolvere in modo definitivo i collegamenti tra Italia e Francia attraverso il valico valdostano. Ma gli amministratori di Chamonix in testa sono contrari. Toccherà ai francesi provare a convincerli. Il via libera consentirebbe forse di realizzare il restyling del Bianco più avanti. Mentre da gennaio sarà aperta la seconda canna del Frejus.
Sul caso Monte Bianco è intervenuto anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, non senza toni polemici. «Il classico male italiano, ci si muove solo in emergenza. La mia prima dichiarazione sul traforo del Bianco è del 15 luglio 2022, quasi ogni mese di quest'anno ho ricordato di fare attenzione e denunciato la questione: il traforo chiuderà e sarà un problema non solo della Valle d'Aosta ma di tutto il Paese. Poi succede la frana del Frejus è improvvisamente ci svegliamo: come sempre finché non c'è un evento catastrofico non ci si accorge che abbiamo un problema di infrastrutture. Sono importanti i ponti ma anche i trafori». Forse a Salvini sono fischiate le orecchie.
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