Il popolo Nimby (not in my backyard) unisce Germania e Italia. Non solo a Vado, Gioia Tauro e Porto Empedocle si protesta contro i rigassificatori. Anche in Germania cresce chi manifesta al grido “non nel mio giardino”. E nel mirino è finito soprattutto il primo dei tre nuovi impianti che il governo Scholz intende avviare accanto ai tre già in funzione: Mukran, Wilhelmshaven e Stade. Il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck, ha esortato le autorità regionali ad approvare il sito di Mukran, sull’isola di Rugen, sostenendo che la sicurezza energetica della Germania quest'inverno sarebbe a rischio se il sito dovesse subire ritardi. Gli oppositori sostengono che serva una corretta valutazione dell'impatto ambientale, con i gruppi ambientalisti preoccupati per l'impatto che il terminale potrebbe avere sul turismo a Rugen, considerata la perla turistica sul Baltico. Soprattutto, il buen retiro dei berlinesi.  Fino all’anno scorso la Germania non aveva unità di stoccaggio di gas liquido galleggianti operative lungo la sua costa settentrionale. Poi l’emergenza legata all’aggressione della Russia all'Ucraina ha cambiato i piani. Ne ha realizzati tre a tempo record e senza proteste. Ma ora anche Scholz si trova a fare i conti con la contrarietà del popolo Nimby.

Dalla Germania all’Italia dove Gilberto Pichetto Fratin non si spiega le ultime prese di posizione contro i rigassificatori. «È grottesco immaginare fantomatiche contrarietà agli impianti di rigassificazione di Gioia Tauro e Porto Empedocle, che tra l'altro il Mase ha inserito nel Piano nazionale per l'energia e il clima, considerandoli quindi delle opere rilevanti per la sicurezza energetica dell'Italia. Sta ai proponenti adesso fare le verifiche tecniche ed economiche per portare avanti ogni progetto». Ma non è solo il Sud a protestare. Da Porto Empedocle e Gioia Tauro la contrarietà risale fino alla Liguria, dove contro la nave Golar Tundar al largo di Vado Ligure dalla seconda metà del 2026 si sono schierati anche due nomi di peso della tv: Fabio Fazio e Carlo Freccero, pronto quest’ultimo a candidarsi sindaco per salvare il comune della Riviera di Ponente dall’impianto che trasforma il gas liquido dopo aver organizzato un sit-in per il no sulla spiaggia con 16 mila partecipanti.

La manifestazione organizzata in spiaggia a Vado contro il rigassificatore (Foto La Stampa)

Mentre si aspetta che Carlo Ricci, l'ideatore di "Striscia la notizia" schieri il Gabibbo, l’unico che sembra mantenere la rotta nella “grottesca vicenda” è il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Al Corriere della Sera ha detto: «Ho grande rispetto per i cittadini che protestano, ne ho molto meno per chi stimola false paure con argomenti che a volte sono gigantesche banalità. Di rigassificatori ne abbiamo già uno nel golfo di Spezia che è pure in banchina, a 100 metri dalla passeggiata turistica di Porto Venere e a due chilometri in linea d'aria dalle Cinque Terre che hanno 4,5 milioni di visitatori all'anno. E’ lì dagli anni 70 e non mi pare abbia fatto particolari danni. A Vado c'è già un terminal petrolifero, a Savona pure. Questo impianto è in assoluto quello a minor impatto ambientale».

Il no del sindaco di Savona

Ma anche il sindaco di Savona Marco Russo (indipendente di centro-sinistra) ha deciso di scendere in campo, per dire no: «Impatto insostenibile». E Carlo Calenda, leader di Azione, pronto ad andare a Vado per spiegare perché è giusto accogliere l’infrastruttura, dovrà prima convincere i suoi: che, manco a dirlo, sono contrari. E alzano la voce contro le sferzate di Toti, che dopo la protesta in spiaggia orchestrata da Freccero ha detto:«Il tema della nave rigassificatrice riguarda Vado Ligure e l'Italia insieme: se vogliamo fare la doccia calda, scaldare case e ospedali, cucinare e produrre, se vogliamo vivere il gas è fondamentale. Chi protesta, si incatena e rilancia fantasiose previsioni apocalittiche, non vuole il rigassificatore nel territorio in cui vive, ma vuole, eccome, il gas a casa propria. Direi che così non va».