Il decimo rialzo consecutivo del costo del denaro nell'area euro - un record - viene festeggiato dalle Borse. Tutti i listini europei hanno ingranato la corsa al rialzo dopo l'annuncio di Christine Lagarde di aumentare di altri 25 punti gli interessi portando così il tasso ufficiale al 4,5% perché hanno interpetato la decisione come la fine della stretta creditizia decisa da Francoforte per ridurre l'inflazione che da diciotto mesi colpisce l'Unione Europea. Anche se poi la n umero uno della Bce ha lasciato la porta aperta: «Rialzi finiti? Dipendiamo dai dati». E scendendo nei dettagli ha detto: «ll livello dei tassi ha due modi per essere determinato: deve essere sufficientemente restrittivo e per un tempo abbastanza lungo. Non abbiamo discusso del tempo, siamo dipendenti dai dati. Dobbiamo testare la nostra valutazione di oggi in base alle stime future». Una cautela secondo i mercati, ma la corsa è finita. anche se nessuno ancora si pronuncia su quando potrà esserci un'inversione di tendenza, cioè quando i tassi dopo 14 mesi di corsa in salita, torneranno a scendere. I più ottimisti pronosticano la primavera-estate 2024, ma per i più nel prossimo anno gli interessi sui prestiti rimarranno invariati. Tornando ai mercati Piazza affari ha guadagnato l'1,37% e gli altri indici hanno mostrato incrementi ben superiori a un punto percentuale mentre si erano presentati sottotono a metà seduta. Acquisti sui titoli di Stato (il rendimento a 10 anni del btp è tornato in area 4,3%) e vendite sull'euro finito ai minimi da marzo nei confronti del dollaro. Materie prime, banche, utility ed energia sono stati i settori più vivaci.

Il rialzo è stato disegnato come una vittoria dei falchi del Nord (nonostante Germania e Belgio non votassero in questo turno del board) rispetto alle colombe. Infatti la decisione non è stata presa all'unanimità ma a maggioranza a conferma di divisioni sulla necessità di inasprire ancora il costo del denaro - che avrà tra i primi effetti un nuovo rialzo dei mutui a tasso variabile e in generale dei prestiti - in un'area che dà segni di rallentamento dell'economia se non vera recessione. Ne è convinta la stessa Lagarde che ha detto: «L'economia della zona euro, stagnante negli ultimi mesi, suggerisce che la debolezza resterà anche nel terzo trimestre. Le condizioni del credito stanno indebolendo la crescita e i servizi, che prima erano un settore resiliente, ora si indeboliscono». Insomma, niente di buono da Francoforte. E il governo italiano per voce del ministro dell'Industria Adolfo Urso ha criticato la misura: «Decisione che non aiuta la ripresa». E la Fabi, il sindacato dei bancari:«Conto che pesa sulle tasche della povera gente».