Tre aiuti e un regalo. SI può sintetizzare così il consiglio dei ministri che oggi, sotto la presidenza di Giorgia Meloni, ha varato un pacchetto di misure per contrastare gli effetti del carovita che continua a pesare sotto l’effetto della perdurante inflazione.Un miliardo e trecento milioni il valore del "Decreto energia". Arriva un bonus una tantum che ricorda gli 80 euro di Renzi, se non  altro per l’importo. E’ quanto si divideranno i possessori della social card – 1,3 milioni di italiani con un reddito Isee non superiore a 15 mila euro – come bonus carburanti. In tutto cento milioni per fronteggiare il rincaro di benzina e gasolio che non accenna a calare. Ma limitato a una piccola percentuale di italiani. La maggior parte – ricchi e no – dovrà rassegnarsi a sborsare di più per muoversi con auto e moto.

 Il governo ha deciso di non ridurre le accise sui carburanti – a differenza di quanto aveva fatto Draghi – ma ha scelto di prorogare per il trimestre ottobre-dicembre l’Iva agevolata del 5% sulle bollette del gas per usi civili e industriali. Si allunga di tre mesi anche l’azzeramento degli oneri di sistema sul gas e la corresponsione di bonus sociali per le bollette di luce e gas per le famiglie sempre con un reddito Isee sempre inferiore ai 15 mila euro. C’è anche un bonus riscaldamento per gli ultimi tre mesi dell’anno. Spetta ai residenti titolari di bonus sociale elettrico ed è crescente in base al numero dei componenti famigliari. Sarà l’Arera, l’agenzia per le energie, a ripartire i 300 milioni stanziati per l’aiuto. Garantita anche la copertura delle borse di studio per gli universitari.

 Fin qui le misure, poi c’è il regalo a commercianti e autonomi che hanno provato, magari in buona fede, a gabbare il fisco. Il decreto varato dal governo Meloni ia pure modificato rispetto alla vigilia prevede una sanatoria sugli scontrini e fatture irregolari emessi tra il primo gennaio 2022 e il 30 giugno di quest’anno. I furbetti - 50 mila piccoli esercizi secondo fonti del governo - possono mettersi in regola pagando entro il 15 dicembre un decimo del minimo edittale delle sanzioni, con un minimo di 2mila euro. Senza però che si applichi il limite di 500 euro per ciascuna violazione. Critiche dalle opposizioni: «Per il governo di centrrodestra, prima gli evasori».

L'ipotesi di condono lanciata da Salvini invece per ora non  decolla. Dopo i paletti di Forza Italia arrivano anche quelli di FdI: «Se lo propongono valuteremo».