Aggrappati al nuovo "Avatar". Il kolossal di James Cameron "Avatar – La via dell'acqua" rappresenta infatti una sorta di ancòra di salvezza per molte sale cinematografiche italiane: il successo di questo film – nei primi giorni di programmazione i numeri sono confortanti – può risultare infatti determinante per un mercato sull'orlo del baratro.
I dati relativi al 2022 per il cinema inteso come esercizio cinematografico sono tanto eloquenti quanto preoccupanti: tra il primo gennaio e l'11 dicembre sono stati appena 39 milioni e 300 mila gli spettatori, per un incasso complessivo di 265 milioni di euro, con il 55,3 per cento in meno di presenze rispetto al 2019, anno "normale" e non vittima della pandemia. Nel nostro Paese si è sempre identificato nella cifra di 100 milioni di biglietti strappati al botteghino il tetto per un anno da considerare positivo o negativo per il settore delle sale cinematografiche: nel 2019 si era arrivati a 97 milioni, l'anno precedente la debacle con 86 milioni, nel 2017 il primo crollo a 92 dopo che dal 1997 al 2016 questa "fatidica" soglia era stata sempre superata.
La "cura" Franceschini non è bastata
Nelle attuali condizioni, quindi, nonostante la notevole attenzione in termini di contributi ottenuta dalle sale cinematografiche nei due anni di covid grazie ai decreti firmati dall'allora ministro alla Cultura Enrico Franceschini molti cinema rischiano di chiudere i battenti, anche in considerazione dei recenti aumenti relativi alle spese – in certi casi triplicate – di luce e riscaldamento.
Negli ultimi mesi non si è registrato un consistente ritorno alla visione di un film al cinema dopo il lungo periodo di difficoltà legata alla pandemia: per ora il film più visto del 2022 è il cartoon "Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo" con 14 milioni e 772 mila euro d'incasso e 2 milioni e 186 mila presenze, secondo nella graduatoria è il fantasy "Doctor Strange nel multiverso della follia" con 13 milioni e 670 mila euro e un milione e 854 mila spettatori, terzo lo spettacolare "Top Gun: Maverick" con 13 milioni e 141 mila euro per un milione e 783 mila biglietti venduti alla cassa, quarto ancora un fantasy targato Marvel quale "Thor: love and thunder" con 10 milioni e 829 mila euro per un milione e 478 mila spettatori, quinto "The Batman" con 10 milioni e 221 mila euro e un milione e 398 mila presenze.
Egemonia americana, quindi, e disastro italiano: nel nostro Paese infatti si girano tantissimi film che poi nessuno va al cinema a vedere e per trovare una produzione nazionale in classifica occorre scendere fino a "La stranezza", tuttora in programmazione, che ha meritatamente superato finora i 5 milioni e mezzo di euro al botteghino.
La grande avanzata del cinema a casa
Sul calo di presenze nei cinema ha indubbiamente influito il ruolo sempre più centrale nelle case degli italiani raggiunto dalle piattaforme televisive: con la pandemia il numero di abbonati è ulteriormente aumentato e marchi come Netflix, soprattutto, e di recente anche Prime Video sono spesso al centro delle attenzioni dei sempre più numerosi appassionati che vedono e apprezzano serie tv – in questo periodo furoreggia "Mercoledì" su Netflix – e film a volte direttamente prodotti da loro e neanche distribuiti nelle sale. Caso emblematico è "Glass Onion – Knives Out" con Daniel Craig, lungometraggio di spionaggio con Daniel Craig per la seconda volta nel ruolo del detective Benoit Blanc dopo il successo su grande schermo del precedente "Cena con delitto", prodotto direttamente da Netflix e disponibile sulla piattaforma in questi giorni in esclusiva dopo appena una settimana di programmazione cinematografica i cui incassi non sono stati comunicati dal network.
Aggrappati al film di Cameron
Ora si aspetta "Avatar – La via dell'acqua" come salvatore della patria nella speranza che riesca anche a dar vita al cosiddetto effetto "di trascinamento" per gli altri titoli in cartellone in questo Natale cinematografico, peraltro non particolarmente ricco di film teoricamente di forte impatto al botteghino: i più attesi sono i biografici "The Fabelmans" con cui Steven Spielberg si racconta attraverso le immagini e "Whitney – Una voce diventata leggenda" sulla compianta diva Whitney Huston con "inevitabilmente" una colonna sonora imperdibile, il ritorno in sala di Aldo Giovanni e Giacomo nella commedia "I migliori giorni" a distanza di sei anni dal mediocre "Fuga da Reuma Park".
Nel 2009 "Avatar", capostipite di una saga, aveva richiamato al box office italiano ben 7 milioni e 920 mila spettatori per un incasso complessivo di 68 milioni e 675 mila euro, titolo di maggiore incasso nella storia del nostro Paese, superiore di oltre tre milioni a "Quo vado?" con Checco Zalone mattatore nel 2016.
In Europa le cose vanno meglio
In Europa la situazione del "cinema da vedere al cinema" è migliore rispetto all'Italia, tranne l'eccezione della Spagna dove il numero di spettatori si è quasi dimezzato nonostante il buon andamento della produzione nazionale come dimostrano gli oltre 15 milioni di euro incassati dal terzo capitolo della saga brillante "Padre no hay mas que uno" e gli undici raccolti da "Tadeo Jones 3".
In gran parte dei paesi i numeri che si raggiungevano prima dell'esplodere della pandemia non si sono ancora raggiunti ma l'andamento rimane sostanzialmente buono: in Gran Bretagna, ad esempio, sull'onda di "Top Gun. Maverick" che con circa cento milioni di sterline ha quasi doppiato il secondo in classifica "Minions 2" da inizio anno all'8 dicembre si è già superato il miliardo di sterline d'incasso. In Francia, ormai da tempo nazione europea più attenta alla settima arte (214 milioni gli spettatori nel 2018), il mercato torna ad essere in ascesa come testimonia il dato record di novembre con circa 15 milioni di biglietti strappati al botteghino.
Un kolossal da 250 milioni di dollari
Curiosamente anche il regista James Cameron attende con particolare interesse l'andamento al botteghino di questo secondo capitolo della sua saga ambientata nel magico mondo di Pandora: il primo "Avatar" è il maggior incasso della storia del cinema con quasi 3 miliardi di dollari, circa 200 milioni più di "Avengers: Endgame" e quasi 800 più di un altro kolossal di Cameron quale "Titanic". Questo "Avatar – La via dell'acqua" è costato 250 milioni di dollari. «Se facciamo abbastanza soldi con il secondo – ha raccontato il sessantottenne regista canadese – ci saranno altri tre sequel che dovrebbero uscire al cinema nel 2024, 2026 e 2028. È già tutto pianificato, le sceneggiature sono state scritte, tutto è progettato: vedremo». Un aiuto al kolossal sta arrivando dalla Cina: il nuovo "Avatar" ha passato la rigida censura di Pechino e quindi potrà bissare il successo di tredici anni orsono quando incassò ben 259 milioni di dollari.
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