Dopo aver sfiorato i cento dollari, il petrolio continua la discesa. C’è chi si spinge a titolare: crolla. Il Brent europeo sette giorni fa era scambiato a 95 dollari, oggi invece è sotto gli 85 dollari al barile: una discesa del dieci per cento in poche sedute. Una buona notizia per gli automobilisti anche se, come sempre accade, la rete dei distributori è sempre più lenta nell’adeguarsi al ribasso rispetto agli aumenti. In ogni caso dopo oltre due mesi il prezzo della benzina è tornata sotto i due euro sia pure per pochi centesimi nella modalità self.  Una settimana fa, secondo il rilevamento quotidiano del Mimit, in autostrada la benzina si pagava 2,072 euro al litro, mentre il diesel costava 2,019. Oggi, sempre in base ai dati ministeriali, la verde vale 2,053 euro al litro e il gasolio 2,019. In pratica il ribasso al distributore è dello 0,9% circa per la benzina e il diesel è rimasto invariato sulla rete autostradale.

Dopo il tonfo di mercoledì a New York, anche oggi sono continuate le vendite sui future del petrolio. I ribassi sono del 2% sia per Wti che per il Brent, che vengono scambiati rispettivamente a 82,7 e 84,3 dollari al barile. Tutto questo nonostante l'Opec+ abbia deciso di mantenere i tagli alla produzione invariati fino alla fine dell'anno. E, soprattutto, nonostante le scorte di petrolio in America siano diminuite, al contrario delle attese. Registrato un ribasso di 2,224 milioni di barili a 414,063 milioni di unità, secondo i dati diffusi dal dipartimento dell'energia, contro attese per un rialzo di 0,3 milioni di barili.

Un quadro che almeno ufficialmente non preoccupa i vertici dell’Opec. Ha detto il ministro del petrolio del Kuwait Saad Al Barrak: “I mercati petroliferi stanno andando nella "giusta direzione" bilanciando domanda e offerta”. Il ministero dell'Energia dell'Arabia Saudita ha confermato che continuerà il taglio volontario della fornitura di greggio di 1 milione di barili al giorno fino alla fine dell'anno. Neanche la Russia – che al pari dell’Arabia Saudita ha deciso di ridurre la produzione – vede con troppa preoccupazione il futuro