L'analisi dell'andamento della diseguaglianza nei secoli non si può ridurre al solo dato della ricchezza smisurata di alcuni rispetto al resto della popolazione. Proviamo a individuare i principali passaggi temporali e sociali di questo fenomeno che è da sempre la prima causa di risentimento.
I recenti dati sull’inflazione di marzo negli Stati Uniti mostrano che l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto più delle previsioni. Una sorpresa, solo in parte, sul “sentiero accidentato” dell'economia americana e globale, che avrà conseguenze anche su un eventuale ribasso dei tassi di interesse.
L'indicatore I-Fast calcolato dal Centro Einaudi, che sintetizza sentiment e aspettative delle imprese italiane, anticipando le variazioni del Pil, migliora nel primo trimestre del 2024. Le previsioni rimangono caute, con alcuni elementi che fanno pendere la bilancia verso l’ottimismo: l'impatto della crescita occupazionale inattesa, la fine del ciclo di decumulo delle scorte del 2023, la competitività strutturale delle esportazioni italiane. I tassi reali effettivi di cambio dell’Italia sono, in prospettiva storica, migliori sia di quelli tedeschi che francesi.
La visione negativa dell’invasione e della sostituzione etnica da parte di altri popoli in Europa contrasta con la visione positiva che è di natura economica. Entrambe le posizioni hanno però lati deboli e sono usate spesso in maniera ideologica, complicando così un problema già difficile di per sè.
La continua rivalità con l'India, l'ambivalenza del rapporto con i Talebani e l'Afghanistan, l'equilibrismo con gli Stati Uniti e gli investimenti della Cina. Seconda parte dell'analisi dedicata al Pakistan che resiste a causa o a dispetto della sua tremenda complessità
Euroscettici, sovranisti, populisti: sono molte le voci che criticano o si oppongono sempre più a un organismo super nazionale come l’Unione Europea e alle sue politiche. In questa seconda parte del nostro focus approfondiamo due punti solitamente poco trattati, l'insicurezza e il risentimento nei confronti della meritocrazia
Il controllo dei maggiori porti mondiali per il traffico di merci è sempre più nelle mani della Cina. Un obiettivo geo-strategico indispensabile nei piani di Pechino, non solo per l'espansione della propria economia, ma anche per l’allestimento di una flotta militare in grado di sfidare i Paesi occidentali e gli Stati Uniti. E il dominio si è ormai esteso sull'intera filiera marittima.