L'ottenere un saldo primario positivo elevato, non è, ovviamente, un processo politico semplice.

Ci si potrebbe chiedere come mai la crescita del debito pubblico sia insostenibile. Come si vede dal succitato rapporto della Banca dei Regolamenti Internazionali a pagina nove, di questi tempi la Gran Bretagna spende per pagare gli interessi sul debito pubblico, il 5% del PIL. In assenza di manovre di correzione, nel 2050 finirebbe col pagarne il 30%, un numero prossimo al complesso della spesa pubblica. Si capisce che un’economia in cui la spesa pubblica è quasi tutta volta a pagare gli interessi sul debito non sta in piedi. Non potrebbe, infatti, pagare i soldati, i giudici e i poliziotti, ossia le figure professionali dello “stato minimo”. Figurarsi lo “stato sociale”.

Arriviamo al finanziamento della spesa pubblica. Esso può avvenire: 1) tagliando le spese e/o alzando le imposte; 2) non facendo niente e godendo di una crescita miracolosa; 3) non facendo niente, non godendo di una crescita miracolosa, con i sottoscrittori del debito pubblico in continua espansione che lo sottoscrivono solo a tassi crescenti. In quest’ultimo caso, il peggiore, i debiti pubblici esplodono e ovviamente il merito di credito degli stessi peggiora. Esiste anche una quarta possibilità, ma ne parleremo dopo.

Nel terzo caso (immobilità senza crescita miracolosa) i giudizi migliori – quelli di “tripla A” – quasi scompaiono intorno al 2030. Insomma, l’invecchiamento della popolazione peggiora i conti pubblici, che, non corretti, portano i debiti pubblici a livelli tali che i paesi che li emettono diventano dei debitori poco credibili. I rendimenti richiesti salgono, peggiorando i conti pubblici. I debiti sono quindi declassati dalle agenzie di rating. Nel caso peggiore, nel 2030 il giudizio di rating peggiore – quello detto speculative grade – è pari al 60% dei debiti pubblici emessi, contro il 20% di oggi (2).