Quando Obama – due settimane fa – annunciò che vi sarebbe stata una nuova imposta sulle banche, soprattutto per quelle d’affari, i corsi delle azioni non si mossero (1). Quando Obama – pochi giorni fa – ha annunciato la riforma del sistema finanziario, i corsi delle azioni sono flessi. Il secondo annuncio è stato giudicato lesivo per la profittabilità delle banche d’affari (2), (3). La finanza, dalla partenza della crisi, non era stato oggetto di un vero scrutinio politico, ma solo oggetto degli aiuti da parte della politica economica. Ecco perché la settimana appena trascorsa è importante. Questa settimana i corsi delle azioni non si sono ancora ripresi.

Possiamo chiederci quale sia l'oggetto del contendere. Per non farla lunga, e per riprendere una cosa che avevamo già segnalato (4), l'oggetto del contendere sono gli utili del settore finanziario. Gli utili dovrebbero crescere come il reddito nazionale nominale, supponendo che la distribuzione fra salari e profitti sia costante nel lungo termine. Quest’ovvietà è stata smentita negli ultimi anni. Gli utili sono cresciuti di più. Guardando meglio la dinamica, si vede però che gli utili del settore finanziario sono cresciuti di più, mentre quelli degli altri settori sono cresciuti come “da manuale", ossia come il reddito nazionale.

L'oggetto del contendere è la crescita degli utili finanziari superiore a quella media. Semmai il settore fosse riformato, la maggior crescita degli utili potrebbe non esserci più.

Il grafico sintetizza il punto:

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(1) http://www.centroeinaudi.it/notizie/obama-tassa-le-banche.html