Sembra che ci stia muovendo nella direzione dell'aggiustamento morbido dei problemi del debito pubblico greco. Essa è stata consigliata dalla Trojka - Commissione Europea, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale - e ribadita dal Ministro tedesco delle Finanze.
In maggio avevamo discusso le cinque vie d'uscita della crisi greca. Delle cinque ritenevamo come più probabile quella che passava da un accordo che spalmasse nel tempo il controllo del debito greco. In ottobre avevamo discusso le ragioni per cui conveniva salvare la Grecia. Le ripercussioni di un'uscita dall'euro della Grecia avrebbero potuto generare un tale incertezza che sarebbe stato preferibile ammorbidire i tempi e modi di un controllo del debito greco. Una volta che si fosse dichiarato che l'euro è irreversibile, il potere negoziale del governo greco ne sarebbe uscito accresciuto, ed è proprio quello che sta accadendo.
Gli effetti di questa eventuale scelta dovrebbero essere positivi per l'euro area, soprattutto per i Paesi “mal messi”. Una volta che viene meno il sospetto che qualcuno possa uscire dall'euro, viene meno “il rischio di conversione”. L'uscita dall'euro (la “conversione” del debito in Lire) - per quanto improbabile - influenza il rendimento del BTP. Secondo dei nostri conti, il rendimento del BTP decennale dal 5% passerebbe al 4% in assenza di timore di conversione.
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