Una giornata in chiaroscuro per l’economia italiana. La produzione industriale è finita in rosso per il terzo mese di fila ma il Pil è cresciuto più che nel resto dell’eurozona e anche l’occupazione secondo i dati Istat va ancora bene. Così Marco Fortis, economista e vicepresidente della Fondazione Edison vede il bicchiere mezzo pieno:«La produzione è in flessione ma su livelli alti. Il Pil italiano è cresciuto del 2,4% rispetto al quarto trimestre del 2019 mentre la Francia è più indietro e la Germania segna ancora un valore negativo. Insomma, l’Italia ha recuperato meglio di tutti e ora prova a difendere i livelli raggiunti in uno scenario internazionale complesso. Credo che stiamo vivendo una fase di assestamento che si protrarrà per tutto l’anno, complice anche l’inflazione che non scende come nelle attese».
In fabbrica si produce meno
Marzo, comunque, è un stato altro mese no per le fabbriche italiane. Come i due precedenti. L'Istat ha registrato un calo della produzione industriale dello 0,6% rispetto a febbraio e una contrazione del 3,2% rispetto all'anno precedente. Non certo il dato registrato dalla Germania, ma comunque preoccupante. Una flessione che ha coinvolto un buon numero dei principali settori dell’industria. In particolare uno dei cali tendenziali più profondi riguarda la fornitura di energia (-12,5%). Ma sono andate male anche l'industria del legno, della carta e della stampa (-13,4%) e pure quelle dell'attività estrattiva (-11%).
L'accelerata dell'auto
C’è pero un settore che va controtendenza: i mezzi di trasporto. La produzione italiana di autoveicoli ha registrato una crescita del 17,4%, a marzo, su base mensile e del 35,8% su base annua, nei dati corretti per il calendario. L'incremento tendenziale maggiore registrato dall'Istat per il settore da quasi due anni, a partire da giugno 2021, nel pieno della ripresa post-pandemica quando c'era stato un balzo, rispetto a giugno 2020, del 39,1%. Anche l'insieme del primo trimestre è in espansione del 2,2% rispetto al periodo precedente per l'industria dei motori. In crescita anche il settore farmaceutico (+6%).
Un Pil da incorniciare
L'Istat ha diffuso anche la nota mensile sull'andamento dell'economia dove ha evidenziato «i primi segnali di rallentamento del trend discendente dell'inflazione e il recedere delle turbolenze finanziarie", a livello globale, e, per l'Italia, una crescita del Pil dello 0,5% nel primo trimestre, "superiore a quello di Francia e Germania e del complesso dell'area euro». I dati di marzo confermerebbero poi le "buoni condizioni" del mercato del lavoro e ad aprile proseguirebbe la tendenza al miglioramento del clima di fiducia dei consumatori. Sul fronte caldo dei prezzi, ad aprile si è ampliato, secondo la nota, il differenziale positivo dell'Italia, dove l'indice armonizzato Ipca è cresciuto dell'8,8%, con l'area euro, dove l'aumento medio è stato del 7%, soprattutto a causa della componente energetica.
Bruni e i timori sul bilancio italiano
Un quadro in chiaroscuro, insomma, che invita alla prudenza Franco Bruni, docente di economia monetaria internazionale all’università Bocconi. Ai microfoni di Radio 24 ha riconosciuto che a livello di aggregato “non andiamo male. Ma c’è l’impatto della politica monetaria che comincia a far paura alle famiglie e alle imprese. E presto anche un po’ alle banche che si troveranno a dover fare i conti con i primi crediti incagliati”. Ma a preoccupare Bruni è anche la finanza pubblica: “Il bilancio che tanti complimenti ha raccolto anche in Europa non è realistico. Troppo prudente. Saranno necessarie correzioni consistenti o non arriveremo alla fine dell’anno. A meno di non rinunciare a necessità di base”.
La discesa del reddito delle famiglie
Il reddito reale delle famiglie è cresciuto dello 0,6% nella zona Ocse nel quarto trimestre 2022, superando dello 0,1% la crescita del Pil reale per abitante: è quanto afferma la stessa Ocse. Malgrado la crescita moderata realizzata nel terzo e quarto trimestre 2022, il dato su base annua è calato del 3,8% nella zona Ocse, ossia "il più forte calo annuale dall'inizio della serie". In Italia, il reddito delle famiglie è invece calato del 3,5% nel quarto trimestre 2022, precisa l'Ocse, evocando "la fiammata dei prezzi energetici" che ha causato una "forte inflazione", con conseguenze sulle disponibilità dei nuclei famigliari.
Inflazione, negli Usa decimo calo di fila
L’ultima notizia di giornata è arrivata da oltreoceano e ha fatto in tempo a condizionare l’andamento delle Borse: prima positivo, a cominciare ds Wall Street poi con un cambio di umore che ha portato i listini a ritracciare. E’ la discesa dell’inflazione sotto i 5 punti (4,9 per cento per la precisione), il valore più basso da due anni. Un dato migliore di quello tedesco, che in aprile ha visto crescere i prezzi del 7,6%. Ma siamo ancora lontani dal target del 2% della Fed, i cui sforzi dopo oltre un anno non sono riusciti neppure a dimezzare l'indice dei prezzi al consumo. E’ tuttavia il rialzo più basso in due anni, una flessione del 45% dalla scorsa estate (picco del 9% in giugno) e del decimo calo mensile consecutivo, come ha sottolineato anche la Casa Bianca, leggendovi una dimostrazione che l'agenda di Joe Biden, a partire dalla 'Inflation Reduction Act', funziona nel raffreddare i prezzi.
© Riproduzione riservata