Gentile e probabile presidente Meloni, in questi giorni il ministro Speranza ha firmato quella che probabilmente sarà la sua ultima ordinanza alla guida del dicastero della Sanità sul Covid, prorogando di un mese l'uso delle mascherine nelle strutture sanitarie e nelle Rsa, mentre dallo scorso 1° ottobre non c'è più l'obbligo sui mezzi pubblici.

Verso nuovi picchi?

Sempre in queste settimane si torna a parlare di un incremento dei casi Covid, i titoli sul tema sono nuovamente in evidenza sulle pagine dei giornali. Ci si chiede se con la riapertura delle scuole e l'avvento della stagione autunnale ci si debba aspettare nuovi picchi del virus. Ci chiediamo: rispetto a questa fotografia quale sarà l'atteggiamento del nuovo Governo? Nei mesi scorsi, l’esecutivo presieduto da Mario Draghi, in presenza di punte del numero dei casi, ha deciso, anche guardando agli altri Stati, di lasciare più libero il virus di circolare per non bloccare l'economia a fronte di un rischio pandemico molto basso, grazie alla protezione dei vaccini.

Il punto

Ma quale è realmente oggi la situazione? Quale previsione si può fare per i prossimi mesi?

Da circa due anni su Mondo Economico sono pubblicati i risultati del Termometro Covid. Si tratta di risultati ottenuti analizzando il dato grezzo prodotto giornalmente dalla Protezione Civile. Come più volte evidenziato su queste pagine i dati sono successivamente ripuliti da vari fattori che introducono turbolenze ed imprecisioni nei dati stessi, attraverso l'impiego di tecniche statistiche che consentono di rimuovere la cosiddetta stagionalità e altri errori sistematici.

 

Velocità e ritardi dei dati

Riorganizzati in questo modo, i dati divengono affidabili quasi in tempo reale; dunque, il più possibile aggiornati ad oggi, rispetto ad un ritardo di due/tre settimane che si registra su quelli forniti dall'Iss, la cui verifica di affidabilità si basa sul riscontro di tutta la filiera per singolo dato. L'eccesso di scrupolo nel non voler utilizzare e comunicare un dato eventualmente sbagliato alla terza virgola decimale da parte delle istituzioni ha comportato, dal punto di vista decisionale, la non tempestività del processo, con provvedimenti assunti su dati di due o anche tre settimane prima.

Ancora oggi quando un giornale quotidiano scrive delle oscillazioni in un senso o nell'altro dell'indice Rt e cita fonti istituzionali non sta parlando di quello che accade ora ma di 15/20 giorni fa.

Termomtero Covid e ISS

Invece basta guardare i grafici per vedere come l'indice utilizzato da noi sia uguale al profilo dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) solo spostato di una ventina di giorni in avanti: le curve si rincorrono.

Non è un tema da poco: se dovessero essere assunte decisioni sarebbe opportuno che venissero prese sui dati più attuali possibili.

Certo oggi la situazione, pur in presenza di una crescita dei casi, perché il virus continua e continuerà molto probabilmente a circolare, è assolutamente sotto controllo. Ci si ammala, può esserci anche una crescita dei ricoveri ma i numeri delle terapie intensive non destano preoccupazione.

Tutto questo, certamente, grazie ai vaccini, che continuano a funzionare. Di sicuro, nel momento in cui un aumento della diffusione tornasse a coincidere con una crescita dei ricoveri, allora vorrebbe dire che i vaccini stanno perdendo efficacia ma, al momento, nulla fa pensare che la situazione stia evolvendo in questa direzione.

Qualche suggerimento

È auspicabile, dunque, che il nuovo Governo continui nella politica delle vaccinazioni soprattutto per quanto riguarda le fasce deboli, prosegua nel monitoraggio e adotti metodi decisionali basati su dati il più aggiornati possibile rispetto a quanto fatto fino ad oggi.

Ora, infatti, che c'è un po' più di "tranquillità" per quanto riguarda la diffusione e il controllo del virus, chi si occupa di questi dati dal punto di vista professionale potrebbe fare una revisione del metodo di raccolta e rielaborazione senza dover magari aspettare la prossima pandemia.

Non è un particolare da poco, anche se non certamente al momento di stretta attualità: se dovesse malauguratamente tornare la politica delle fasce, sarebbe opportuno che le decisioni fossero prese sull'oggi: quando si era nella fase dei picchi è accaduto più volte che le valutazioni, oltre tutto vincolanti per uscire dalle aree arancioni o gialle, siano state prese su dati vecchi.

Che fa l’Istituto superiore di Sanità?

Queste considerazioni non sono nuove: sono due anni che all'Istituto Superiore di Sanità è arrivata la notizia che si poteva fare diversamente. Ci sono stati casi in cui l'ISS diceva una cosa e noi sapevamo che l'evoluzione sarebbe stata diversa. Era proprio in discordanza di fase: arrivavano dati alti e, invece, la buriana era già finita o viceversa.

Il nostro dato viene pubblicato settimanalmente, è online.

Si può certamente scegliere di usare un calcolo diverso da quello che proponiamo su Mondo Economico ma comunque a nostro avviso si dovrebbe intervenire per affinare il monitoraggio.

Gentile e probabile presidente Meloni, ora come ora avere un Rt istantaneo è meno importante di un anno fa, ma se si dovesse ricadere in una situazione drammatica, a quel punto l'Rt dovrebbe essere puntuale per evitare decisioni non basate sulle tecniche migliori.