Il giorno dopo il no dell’industria, il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha rilanciato, deciso a evitare che il progetto di “protocollo antinflazione” per l’autunno naufragasse. Così l’accordo è ufficialmente raggiunto.
Dal primo ottobre scatterà il trimestre anti inflazione sul carrello della spesa che peraltro secondo le ultime rilevazioni dell’Istat a luglio ha registrato ancora una crescita a doppia cifra: +10,4%. Ma c’è un’altra mossa del governo sul fronte del caro prezzi che si concretizzerà nel consiglio dei ministri di lunedì: è stato messo a punto un decreto che interviene “sulle pratiche commerciali scorrette relative ai prezzi praticati su voli nazionali per le isole”. Nella sostanza, si punta a una stretta sugli algoritmi che decidono le tariffe. Per esempio, scatterà lo stop quando un picco di domanda conduce ad un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori, del 200% superiore alla tariffa media del volo. C’è il rischio che si arrivi se non fuori tempo massimo comunque in ritardo, ma tant’è. Meglio tardi che mai.
Il patto sui prezzi calmierati
Tornando al “protocollo antinflazione” a firmarlo sono stati i rappresentanti delle associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale. Obiettivo di tutti accelerare il processo di rientro dell'inflazione che procede troppo lentamente. «Con il paniere calmierato siamo convinti di poter dare un definitivo colpo all’inflazione riconducendola a livelli naturali – dice il ministro Urso -. Proprio ieri secondo i dati Ocse, l'inflazione in Italia nell'ultimo mese scende dal 7,6% al 6,4%, con un calo di 1,2 punti percentuali, maggiore a quello registrato nell'area Ocse dove l'indice dei prezzi al consumo si è ridotto in media dello 0,8%. Un trend consolidato proprio grazie all'effetto del costante monitoraggio dei prezzi da parte del Mimit, con i nuovi poteri conferiti dal decreto trasparenza di gennaio, e anche all'impegno già in atto della filiera della distribuzione e del commercio, che in questi mesi ha svolto un ruolo importante nel contenimento dei prezzi e nella tutela del potere di acquisto delle famiglie». In realtà, per ora i risultati non sono granché. Sin dal primo allarme – quello sui rincari della pasta – l’azione del garante dei prezzi non ha dato grandi risultati. Ma tant’è. Urso è molto fiducioso e Assoutenti ne sposa la linea, preannunciando un esposto all’Antitrust “contro produttori e industrie che si oppongono al paniere anti-inflazione per la possibile fattispecie di cartello a danno dei consumatori. Un "ostruzionismo del tutto pretestuoso”. Ma c’è di più. Assoutenti aggiunge:«Se non si arriverà a un patto nazionale contro il carovita l'unica alternativa è agire con i poteri commissariali decretando per legge un paniere a prezzi calmierati volto a combattere l'emergenza in corso»
Perché l'industria dice no
L'industria ribatte dicendosi pronta a sedersi al tavolo del Mimit per discutere di misure anti-inflazione ma ad una condizione: che Urso chiami anche i produttori di materie prime, grandi assenti degli incontri al dicastero di via Veneto. Altrimenti l’intesa raggiunta con i rappresentati della distribuzione, per l’industria resta "impraticabile". Lo dice il direttore generale di Centromarca, Vittorio Cino, spiegando che il confronto dovrebbe esteso a più ministeri, per un confronto sul carrello della spesa che vada appunto dalle materie prime fino alla grande distribuzione.E conclude: «Non si può partire dalla valle, altrimenti il calmiere, in un regime di mercato puro come è quello del largo consumo, non serve. Un calmiere calato dall'alto, gestito solo dalla Gdo, è una distorsione della concorrenza».
© Riproduzione riservata