«Parole, parole, soltanto parole. E pure tardive. Per l'ennesima volta il ministro promette imprecisati futuri interventi, sulla frutta, sul caro voli, sulla pasta, sui prodotti dell'infanzia. Peccato che non un atto concreto sia stato finora compiuto, salvo nell'unico caso, quello della benzina, che non dipendeva da una speculazione ma dal rialzo delle accise deciso dal governo. Una beffa, per non dire una presa in giro».
Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, non usa giri di parole per commentare le dichiarazioni del ministro Adolfo Urso sul caro voli «Che vuol dire che interverrà se i prezzi non si ridurranno a breve? Se aspetta la fine dell'estate può stare certo che i prezzi scenderanno, peccato che le vacanze nel frattempo saranno finite». Gli fa eco Furio Truzzi, presidente di Assoutenti: «Un volo da Roma o Milano per la Sardegna ad agosto arriva a superare gli 800 euro. Sul fenomeno del caro-voli siamo d'accordo col Ministro Urso, ma il governo deve attivarsi in fretta, già nelle prossime 48 ore, perché i prezzi dei biglietti continuano a salire nonostante il carburante costi sempre meno. Crediamo sia arrivato il tempo di agire, senza più attese o tentennamenti».
Chiude il Codacons per voce di Carlo Rienzi, il presidente:«qualsiasi intervento del governo in tema di caro-voli sarebbe tardivo e, allo stato dei fatti, inutile. Anche se il governo adottasse oggi un provvedimento per calmierare le tariffe dei voli, sarebbe troppo tardi, perché gli italiani hanno già acquistato biglietti per raggiungere le destinazioni di vacanza spendendo mediamente il 50% in più rispetto a dodici mesi fa. L'unica strada davvero utile sarebbe quella di un intervento dell'Antitrust teso a sanzionare eventuali speculazioni o cartelli finalizzati a mantenere ingiustificatamente elevati i prezzi dei voli, come sollecitato da un nostro esposto».
In altre parole, tutti contro il ministro delle Imprese e del made in Italy che ospite di Sky Tg24 Economia aveva detto: «Le compagnie hanno i voli pieni, non si trova un posto, viaggiano al massimo dei ricavi, col carburante che costa il 30% in meno rispetto allo scorso anno e mi aumentano i prezzi del 40-42%? Li ho convocati, aspettiamo spiegazioni su questa crescita anomala dei prezzi ma, se le spiegazioni non saranno convincenti e se i prezzi non si riducono a breve, interverremo, come è giusto che sia». Non solo. Adolfo Urso aveva pure aggiunto: «Abbiamo il dovere di intervenire con gli strumenti che ci sono in un regime di mercato e di concorrenza». E dunque si comincia con le buone: moral suasion e trasparenza sulla formazione dei prezzi. Ma poi il governo può «anche intervenire come ha fatto col decreto trasparenza sui carburanti per convincere gli attori dell'economia a fare i propri margini di guadagno, ma non approfittare delle condizioni che si sono create» ha concluso Urso. Ma senza convincere troppo.
La verità è forse quella che ha scritto su La Stampa di qualche giorno fa l’economista Mario Deaglio: «Durante la globalizzazione, il mondo era tenuto assieme dalle cosiddette Cgv, ossia le "catene globali" del valore. Molte di queste catene si rivelano oggi arrugginite, rigide o comunque inadatte al nostro modo di vita in rapidissima trasformazione. La più recente ad aggiungersi all'elenco delle catene globali deteriorate è quella del trasporto aereo: i numeri parlano da soli. Non solo le tariffe "low cost" hanno subito aumenti stimati nel 30-50 per cento ma, pur con le tariffe ai massimi, la puntualità è ai minimi, tanto da indurre Eurocontrol, l'ente che sovrintende ai voli nello spazio aereo europeo, a lanciare un nuovo allarme – dopo quello di aprile – sulle difficoltà della prossima stagione».
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