Nell'attesa che arrivi la promessa terza rata (sia pure decurtata di mezzo miliardo) il governo si preoccupa di mettere in sicurezza l'intero Pnrr. Per farlo ha convocato una cabina di regia in cui il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato profondamente modificato, con la cancellazione di progetti per quasi 16 miliardi sui 191 dell'intero progetto. Per esempio, escono dal Pnrr, il collegamento ferroviario Roma-Pescara e due lotti della Palermo-Catania. E in generale vengono "definanziate" nove misure per un totale di 15,9 miliardi sui 191 in totale del Pnrr.Il ministro Raffaele Fitto, cui la premier ha affidato la regia del piano, presenterà le modifiche alle Camere martedì, per essere formalmente recapitata alla Commissione Europea entro la fine di agosto.
Modificate un terzo delle misure
Scendendo nei dettagli sono state modificate 144 misure su 349 per permettere al Pnrr di marciare più velocemente e centrare i prossimi target. A cominciare dalla quarta rata, quella più in bilico, che vale 16 miliardi. Le polemiche si sono subito accese. «Abbiamo appreso oggi che si propone di spostare sul programma RePower EU 13 miliardi di euro di fondi Pnrr che erano stati assegnati ai Comuni, con l'impegno che altre fonti di finanziamento andranno trovate. È una notizia che ci colpisce molto. I Comuni chiedono garanzie» attacca il presidente dell'Anci Antonio Decaro. Il ministro Fitto, prova a rassicurare: «Le misure definanziate dal Pnrr saranno salvaguardare attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento, come il piano nazionale complementare al Pnrr e i fondi delle politiche di coesione».
Il primo effetto è che i quasi 16 miliardi cancellati in cabina di regia saranno dirottat su altre misure che vedranno aumentare la loro dote. E' il caso degli asili nido (obiettivo da raggiungere per ottenere la quarta rata e finito nel mirino dei revisori di Bruxelles insieme con gli studentati) che ottengono 900 milioni in più per far fronte all'aumento delle materie prime e permettere di mandare a buon fine bandi di gara e lavori. Aumenta anche la quota del RepowerEu che nel nuovo piano vede una dotazione di 19 miliardi. Su questa voce sarà indirizzato il 7,5% della quota di finanziamenti destinati alle politiche di coesione 2021-2027: quasi 11 miliardi di euro. «Rispetteremo certamente il vincolo del 40% dei fondi Pnrr al Sud. Ma soprattutto rispetteremo anche il vicolo dell'80% al Sud dei fondi Fsc (Fondi Sviluppo e Coesione)»assicura Fitto.
Spunta anche un nuovo bonus nelle misure del Repower: quattro miliardi a supporto delle famiglie che dichiarano un basso reddito, e si baserà sulle consuete detrazioni fiscali in cambio di interventi ecologici.«Non abbiamo eliminato nessun finanziamento. Non stiamo tagliando nulla ma riorganizzando tutto» si affanna a spiegare il ministro per il Pnrr. A Bruxelles pare lo abbiano capito: arriva il compiacimento della Ue per l'accordo raggiunto in cabina di regia. E magari adesso sarà più facile staccare l'assegno della terza rata. Atteso da fine aprile.
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