Nell’Italia che scopre le zone 30 ora si affacciano le grandi città. La prima sarà Bologna. Poi Milano e Torino. «Vogliamo che Bologna sia apripista a livello nazionale sulla sicurezza stradale. Il nostro Paese merita una legge sulle città a 30 chilometri orari. Spero che il governo guardi a Bologna come esempio e inizi a discutere di questo». Parole del sindaco Matteo Lepore. Nella città delle torri si parte a giugno dopo non poche polemiche. Da quella data non sarà possibile superare il limite di 30 km/h nella maggior parte del territorio, oltre alle aree vicine al centro storico.
Tra i sostenitori della svolta c’è soddisfazione, ma non troppa. Il dubbio è il tempo: siamo a metà marzo e nulla è ancora partito. Il timore è che l’amministrazione si limiti ad abbassare la velocità spingendo poco sulla trasformazione della città. Privilegiando per dirla con l’urbanista Matteo Dondè l’aspetto sicurezza senza valorizzare la qualità della vita che può derivare dal ridisegnare le strade. L’amministrazione ha comunque stanziato 14 milioni per dare forza al progetto.
In Emilia capofila Reggio e Parma
Prima tra le grandi città Bologna non sarà capofila in Emilia. Altre due città sono arrivate prima. Reggio Emilia e Parma. La prima è davvero un’antesignana. L’esordio della zona 30 – il centro storico – risale al 2005, quasi vent’anni fa. Ma la vera svolta c’è stata tra il 2014 e il 2016 quando a Reggio le strade con il limite dei 30 orari sono diventate 120 chilometri. «Oggi siamo a 150 Km – spiega l’assessora alla mobilità sostenibile Carlotta Bonvicini – e non intendiamo fermarci. Stiamo trasformando in zona 30 i quartieri a ridosso della circonvallazione, ma arriveremo anche nelle frazioni». E sul provvedimento, sottolineando quanto sia stato fondamentale per la sicurezza l’assessora mette in evidenza che ha «permesso di ripensare lo spazio pubblico rendendolo più accogliente e a misura di person». Parma ha appena allargato la zona 30 a tutto il centro storico e conta di estendere il limite di velocità a tutte le strade all’interno delle tangenziali entro il 2024.
A Milano esordio a Capodanno
Il prossimo anno è anche la data scelta da Milano. Il sindaco Giuseppe Sala ha annunciato che dal primo gennaio 2024 sarà una città interamente a limite 30 sull’esempio di quanto fatto da Parigi e Bruxelles. E proprio ispirandosi alle due metropoli europee anche a Milano su alcune, selezionate strade di grande scorrimento il limite potrà arrivare a 50 l’ora. Che poi è quello che sta discutendo Torino pronta anch’essa a diventare una città a 30 l’ora. Ma con un distinguo, dovuto a una specificità tutta torinese: i grandi viali con altrettanti controviali. Così sui primi si continuerà a viaggiare a 50 l’ora, sui secondi a 30. E comunque le zone 30 non sono una novità. La prima risale al 2009, in via Castelgomberto, zona Mirafiori Nord. Un’area con diecimila residenti (e attraversata ogni giorno da 25mila pendolari) nel quadrilatero tra i corsi Sebastopoli, Siracusa, Orbassano e via Guido Reni che in poco tempo è diventato un modello per molti urbanisti.
Il primato Olbia, slow anche le frazioni
Così come lo è Olbia, che dal primo giugno 2021, ha trasformato l'intero territorio comunale - frazioni comprese - nel nord della Sardegna in un’area a bassa velocità, superando le ostilità degli automobilisti. «Nel primo anno abbiamo accompagnato i nostri cittadini affinché si abituassero al cambiamento lasciando da parte le sanzioni – spiega il sindaco Settimo Nizzi che guida una giunta di centrodestra -. Dopo le contestazioni iniziali, la situazione si è capovolta. Adesso sono i residenti a chiamarci per sollecitare controlli e interventi per chi non rispetta le norme. Ma al di là di questo aspetto conta che la popolazione stia capendo quanto sia importante rallentare la circolazione. Possiamo dire di aver centrato il nostro doppio obiettivo: aumentare la sicurezza e consolidare un nuovo concetto di mobilità più ecosostenibile».
In tutto, secondo il sito specializzato CarX - sono oltre una decina i Comuni che in Italia hanno scelto la bassa velocità: da Cagliari a Cesena, da Arezzo a Cuneo e Brescia. E ancora: Genova, Firenze, Treviso, Verona Vicenza. Manca il Sud, con un'eccezione: Caserta.
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