Seconda puntata delle pillole video. Parliamo di giudici. Nel giugno 1983, quarant'anni fa, il caso Tortora e l'uccisione del magistrato piemontese Bruno Caccia. Cattiveria, superficialità e desiderio di protagonimso in un caso, silenzioso servizio allo Stato nell'altro. Un calvario per il presentatore televisivo, un colpo tremendo da parte della 'ndrangheta. È cambiata la situazione? No. Continuiamo ad avere delle toghe afflitte dalla sindrome del pavone e altre che interpretano al meglio il servizio silenzioso allo Stato.
Biosgnerebbe tornare ai fondamentali dell'educazione civica - e della nostra Carta coistituzionale - anche per i giudici. Come si formano? Come si aggiornano? Che dire di fronte all'allucinante prologo per il fermo degli scafisti di Crotone o alla dubbia indagine sui provvedimenti anti-Covid a Bergamo?
C'è ancora molto da fare. Molto. Ma guai a scoraggiarsi. Lo dobbiamo a figure come Caccia, Falcone, Borsellino e a tanti altri nomi, meno noti, ma fulgidi esempi del potere giudiziario.
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