Presentando a fine giugno scorso la Strategia nazionale per l'economia circolare, l'Italia ha assolto per tempo quanto richiesto dagli accordi con Bruxelles. La Missione numero 2 (M2) del Piano nazionale di resistenza e di resilienza, infatti, «si prefigge di colmare le lacune strutturali che ostacolano il raggiungimento di un nuovo e migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse, in linea con gli obiettivi del Piano d’azione per l’economia circolare varato dall’Unione europea».

Non si tratta dunque di un capriccio, anche perché è una premessa fondamentale della serietà con cui deve venire data attuazione al PNRR. Per questo motivo l'economia circolare - nostante la difficilissima congiuntura internazionale - non va affatto messa nel dimenticatoio. In questa videoanalisi spiego come il nostro Paese è posizionato rispetto all'Europa sulla applicazione di questi criteri nel ciclo produttivo. E non solo.