Se la sostenibilità entra in azienda con serietà, senza operazioni di greenwashing, diventa un fattore competitivo. Deve accadere anche con il digitale, a maggior ragione adesso con l'impulso del PNRR. Si apre un mondo: di corresponsabilità, in particolar modo, orientata anche al minor impatto digitale dell'attività dell'impresa. 

La Corporate digital responsibility

La CDR (Coroporate digital responsibility) è l’insieme di valori e di norme che guidano una organizzazione nella creazione e/o nell’uso di tecnologie digitali e di dati (L. Lobschat). Tutte le imprese ormai creano e manipolano insiemi di dati e sono quindi interessate dal potenziale offerto da una esplicita politica di responsabilità digitale che riduca i rischi e aumenti la capacità di catturare buone opportunità di business. Più opportunità e meno rischi significa più profitto, più stabilità, più efficacia. Alcune aziende in Europa Centrale si stanno dotando di politiche di responsabilità digitale. E non poche in Italia stabiliscono già buone pratiche che ci servono da esempio.

Sentiamoci corresponsabili

Il 21 aprile, a Ivrea, ci sarà il primo evento in Italia dedicato alla Corporate digital responsibility (nell'ambito de "Il giro d'Italia della CSR"). L'iniziativa viene sostenuta anche da Mondo Economico e dal Centro Einaudi. Perché, come già ho scritto, è importante "digitare meno, digitare tutti". Non è uno slogan d'antan riadattato, ma un appello forte alla corresponsabilità per il futuro.