Il primo sì è arrivato da Gian Maria Gros-Pietro. Il presidente di Intesa Sanpaolo ha detto che la sua banca è disponibile a raccogliere l'invito del governo che ha chiesto di tendere la mano a quanti hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile e ora si trovano fortemente penalizzati per effetto degli aumenti degli interessi da parte della Bce per ridurre l'inflazione in Europa. Anche il mondo cooperativo - che conta su 247 banche e oltre 4mila sportelli in tutta Italia - ha risposto positivamente per voce del presidente di Federcasse Augusto dell'Erba: «Le Bcc troveranno soluzioni ritagliate su misura per i clienti».
All'assemblea dell'Abi
L'apertura da parte degli istituti di credito è arrivata dall'assemblea dell'Abi, l'associazione delle banche italiane riunitasi a Roma sotto la presidenza di Antonio Patuelli, con in prima fila il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. D'altronde proprio in questa sede il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha rilanciato l'ennesimo pressing: «Le banche sono in buona salute anche grazie all'aumento dei tassi che ha spinto i margini e perciò è indispensabile e urgente l'allungamento della durata dei mutui a tasso variabile. L'impatto delle rate è talvolta insostenibile per le famiglie».
L'appello di Lagarde
Un appello che fa seguito a quello anche della Banca centrale europea che per voce della presidente Christine Lagarde aveva invitato gli istituti a far la loro parte per attutire l'impatto del rialzo del costo del denaro che proseguirà anche a luglio e nei mesi successivi. La crescita dei tassi ha fatto schizzare le rate dei variabili che rappresentano una quota minoritaria (due terzi dello stock sono a tasso fisso e molti variabili hanno un tetto) ma comunque sempre formata da migliaia di famiglie. Mutuatari che di certo hanno approfittato di rate più leggere negli anni scorsi rispetto a chi ha scelto il tasso fisso ma che sono stati sorpresi dalla crescita rapidissima imposta dai dieci ritocchi consecutivi della Bce. Chi pagava luglio di un anno fa una rata mensile da 1100 euro ora vede avvicinarsi quota 1500, con un incremento del 25 per cento.
Quella dell'allungamento della durata del mutuo è una misura che le banche possono adottare, sempre però nei limiti imposti dalla vigilanza e dalle norme europee. E il cliente deve valutare se sia conveniente e non aumenti troppo gli interessi pagati complessivamente. Nelle settimane scorse alcuni istituti avevano già mosso i primi passi. Dall'assemblea dell'Abi è arrivato l'impegno esplicito di altri, dal gigante Intesa Sanpaolo fino alla più piccola Cr Bolzano. Unicredit da circa un mese consente di sospendere la quota capitale o l'allungamento della scadenza fino a 4 anni.I rischi di una rimodulazione
Ma la rimodulazione, avvisa il Codacons, va sempre controllata con attenzione. Se un mutuo di 120mila euro per una durata di 25 anni (Taeg del 4,38%) lo si allunga ad una durata di 30 anni, gli interessi da corrispondere alla banca salgono in totale a 91.566,67 euro, con un incremento di ben 17.390 euro in appena 5 anni, ossia 3.478 euro all'anno. «Servono garanzie in favore dei cittadini» spiega l'associazione, sottolineando come le banche siano disposte a dare una mano, ma senza rimetterci. Anzi. Peraltro non è possibile applicare la misura a chi le rate ha iniziato a non pagarle visto che il credito, in quel caso, è già classificato come deteriorato.
Il governatore della Banca d'Italia ha spronato gli istituti di credito ad adeguare anche i rendimenti pagati ai clienti nelle diverse forme: conti correnti, depositi e obbligazioni. Un allineamento che ha registrato un certo ritardo e che ha permesso, dopo un decennio di tassi zero, alle banche di tornare a vedere dei margini. Ora però, come hanno sottolineato diversi banchieri che hanno partecipato all'assemblea, l'adeguamento è in corso e rincorre i rendimenti sui titoli di Stato.
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