L'Europa? Può attendere. Il Parlamento italiano ha deciso di prendersi ancora un po' di tempo per riflettere sul Mes, il meccanismo europeo di stabilità. E poco importa che l'Italia sia l'unico dei 27 Paesi a non aver ancora ratificato l'accordo. Che, è bene precisare subito, non vincola il Paese a ricorrere al Mes. Con 195 voti favorevoli e 117 contrari, l'aula della Camera ha approvato il rinvio. Di quattro mesi. Insomma, se ne tornerà a parlare in autunno. A novembre. D'altronde come ha ricordato nei giorni scorsi il vicepresidente e leader della Lega Matteo Salvini: «L'economia del Paese va bene, le banche italiane sono sane, non c'è alcuna fretta di discutere di stabilità». Non ha ripetuto la storia di non voler consegnare l'Italia ai fondi stranieri (forse perché qualcuno lo ha avvisato della gaffe: con il Mes i fondi stranieri non c'entrano), ma la sostanza non cambia. D'altronde anche la premier Giorgia Meloni resta sulle posizioni assunte quando era all'opposizione: «Non voterò mai il Mes». Ma è tutta la maggioranza di governo che si è compattata: anche due ministri di Forza Italia - Antonio Tajani e Gilberto Pichetto Fratin - erano in aula a dar forza alla scelta.
«L'Italia resta l'unico Paese dell'Eurozona a non aver ratificato il Mes, e anche stavolta ha deciso di non decidere - ha riassunto Chiara Bragadel Pd - il governo si illude di usare questa mancata approvazione come leva per altri obiettivi. Il punto politico è che in Europa non funziona come vorrebbero Meloni e Salvini, in questo c'è un grande dilettantismo da parte del governo. Il ricatto che state operando danneggia gli interessi del Paese. State dimostrando di essere solo capaci a cavalcare paure e diffidenze nei confronti dell'Unione Europea». Dura anche la posizione di Riccardo Ricciardi, dei 5 Stelle: «Questa maggioranza di 'patrioti' che doveva con forza e vigore decidere le sorti dell'italico paese, di fronte alla prima decisione non si presenta neanche in Commissione. Dovevate essere quelli spavaldi e coraggiosi. Aspettiamo 4 mesi per vedere l'ennesima giravolta che farete alle spalle degli italiani». E Matteo Richetti, capogruppo di Azione e Italia Viva sintetizza: "Un'altra brutta scena di una stucchevole farsa".
Ma per ora del Mes non si parla più. Pure il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti - che per un parere tecnico favorevole al Mesdel suo ministero aveva creato qualche mal di pancia nella maggioranza di destra - pare in linea. Anzi, intervendo all'assemblea dell'Abi, ha fatto sue le parole della premier: «L'approccio 'olistico o 'a pacchetto' del governo sul negoziato in Ue sui diversi temi, come il patto di Stabilità, il completamento dell'unione bancaria e il Mes "non è una tattica negoziale" ma "una logica esigenza di natura strategica della difesa del'interesse nazionale».
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